L'anno per l'economia trentina si apre con l'inaugurazione dell'impianto di Gardolo. Ma non dimentichiamo gli espulsi ancora da ricollocare
Il miglior brindisi al 2017 l’economia trentina lo ha fatto con un’impresa che era sconosciuta ai più: Vetri Speciali. Una realtà industriale dalle ossa robuste, che da lungo tempo garantisce una presenza consistente e discreta, poco propensa alle celebrazioni e agli strilli mediatici. A inizio d’anno ci offre un calice pieno di sorprese e di speranza.
La prima sorpresa è la reindustrializzazione del sito ex Whirlpool. Tutto ci saremmo aspettati, meno che quel luogo simbolo dell’industria trentina potesse rinascere in una vetreria. Quarantacinque milioni investiti, quasi 200 addetti a Gardolo, che portano il Gruppo, con gli uffici di Trento e lo stabilimento di Pergine, a superare i 330 addetti in Trentino e i 730 in Italia. Il nuovissimo impianto di Spini sforna già 289 mila bottiglie al giorno. Il 35 per cento vanno direttamente in 48 Paesi esteri, ma tramite i clienti imbottigliatori italiani, a loro volta esportatori, il 75 per cento della produzione è esportato.
La seconda sorpresa è la qualità dell’impianto. Una vetreria è un puzzle da comporre pezzo per pezzo con un’accortezza progettuale non priva di genialità. Lo spazioso stabilimento di Gardolo fa risaltare anche ad occhi inesperti il poderoso schieramento di tecnologie, realizzate da ditte specializzate di alto livello, che insilano, mescolano e portano le materie prime al forno, controllano ogni battito del processo di fusione, filtrano i fumi recuperandone il calore, sparano il vetro fuso nelle tre linee di stampaggio, controllano rigorosamente la qualità, sia in linea su ciascun esemplare sia a campione, e confezionano le bottiglie da spedire, in un’affascinante sequenza totalmente automatizzata. Le migliori pratiche contro l’inquinamento atmosferico e il rumore, per la sicurezza del lavoro e il risparmio energetico ne sono il connotato distintivo. Visitare questo stabilimento luminoso, totalmente rimesso a nuovo sbalordisce: sarebbe istruttivo per chi non ha mai visto un’industria vera.
La terza sorpresa è per la politica economica. Pur senza dimenticare gli espulsi ancora da ricollocare, che hanno fatto sentire la loro voce a fine anno in Consiglio provinciale, questa operazione è una straordinaria conferma della fiducia che dalle parti di piazza Dante si è sempre riposta nel manifatturiero capace di inglobare e generare innovazione. Non solo. Un ginepraio di autorizzazioni, le opere di ristrutturazione, le nuove installazioni, i corsi di riqualificazione e quanto ruota attorno a tutto ciò non hanno ostacolato i tempi record di avvio dell’attività, anche perché i vari livelli istituzionali hanno operato con concretezza e sincronia insperate, con il collante della concertazione. Una bella prova del sistema trentino. Ma anche dell’attrattività del patrimonio pubblico: un Gruppo che avrebbe potuto investire agevolmente in Veneto o in Friuli, dove è già presente, alla fine ha scelto Gardolo. Non sarà tutto merito della formula innovativa dell’usufrutto, ma è certo che l’enorme capannone di Spini ha dato un impulso determinante a una delle più prestigiose operazioni di politica industriale degli ultimi anni.
L’inaugurazione ufficiale è alle porte. Subito dopo si dovrà posare il «bicchiere scintillante» per lavorare ancora più sodo, dentro e fuori i cancelli dell’impresa. La quotidiana sfida della competitività e delle sue ricadute collettive, il lavoro prima di tutto, esige che non si smetta di correre. Buon anno a tutti!
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