Nessuno è escluso dalla misericordia, tanto meno i rifugiati, i terremotati, i poveri, i disoccupati, gli anziani, i malati
Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Siamo entrati nel tempo dell’Avvento, nel tempo dell’attesa per eccellenza. Attendiamo, infatti, che si compia il desiderio più intimo – profondo del nostro cuore, desiderio che, anche quando è inespresso e poco cosciente, preme dentro di noi e ci interroga sommessamente. È il desiderio che Dio si manifesti, che ci dia un segno della sua presenza. Quante volte facciamo esperienza che questa domanda abita il nostro cuore! E non solo il nostro cuore, ma anche il tempo, per tanti versi travagliato, che il nostro mondo sta vivendo.
Se tua squarciassi i cieli e scendessi (Isaia 63,16): è l'invocazione con cui a Sacra Scrittura dà voce al nostro desiderio. Il tempo dell’Avvento entra in dialogo con questo grido del nostro cuore, ci prende per mano e ci fa mettere in cammino verso un luogo preciso, concreto, il luogo del compimento del nostro desiderio: la grotta di Betlemme.
Quest’anno ci incamminiamo verso di essa alla luce che il Giubileo della misericordia, indetto da papa Francesco, ha diffuso e asciato in tutta la Chiesa.
Giunti alla grotta, la notte di Natale i nostri occhi, illuminati da questa luce, si poseranno sul Bambino di Betlemme e potranno riconoscere e contemplare la misericordia di Dio che si fa carne, che i fa Visibile. Il segno semplice e innocente del Bambino nelle braccia i sua Madre sarà lì a ricordarci che siamo venuti al mondo per amare d essere amati (s. Teresa di Calcutta). Non c’è altra realtà, al di fuori di questa, che dia ragione ai desideri più veri, profondi e belli della nostra umanità. Se vogliamo, questo contempleremo e celebreremo a notte di Natale.
Davanti alla grotta non saremo soli. Nessuno è escluso dalla misericordia, tanto meno i rifugiati, i terremotati, i poveri, i disoccupati, gli anziani, i malati, che il Signore accoglie con predilezione. Tutti siamo convocati a Betlemme. E la luce della misericordia, fattasi Visibile nei tratti del Bambino, ci darà di vedere e capire meglio i tratti gli uni degli altri. Insieme alla misericordia, un’altra parola si fa carne la notte di Natale: la parola fratelli. Fratello il nome vero di coloro che incontriamo sulle strade della Vita.
Lasciamoci illuminare dalla luce di Natale, perché le parole misericordia e fratelli diventino la realtà da capire, desiderare e domandare, per ognuno di noi e per il nostro mondo. È il dono che ci viene incontro dalle braccia del Bambino di Betlemme tese verso di noi.
Non possiamo non riconoscerlo: innumerevoli sono i motivi per dire grazie.
Cari fratelli e sorelle, vi invitiamo a condividere e ad unirvi al nostro grazie e, insieme e più ancora diciamo grazie ad ognuno e per ognuno di voi, che in tanti modi vi fate accanto a noi, solleciti nel sostenerci nel vivere la nostra vocazione di intercessione. Così siete per noi segno della presenza amante di Dio nella nostra esistenza. Sì, il Signore porta a compimento il nostro desiderio della sua manifestazione e della su presenza! In questa certezza, vi auguriamo buon Natale, buon Anno!
Con affetto e gratitudine,
Madre Barbara Veronica e le vostre sorelle clarisse
Monastero San Damiano – Borgo Valsugana
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