Un mondo di auguri

350 biglietti e cartoline: la preziosa documentazione raccolta da mons. Bressan. “Un libro nato per testimoniare l’universalità del messaggio del Natale e perché non si perda il suo vero valore”

C'è un Gesù che nasce in un igloo, mentre, da un'altra parte, una vergine thailandese guarda il Bambino posto su un grande fiore di loto; tre sorridenti pastori africani offrono al neonato una capra e una calabassa d'acqua; un lama, nel ruolo del bue e dell'asinello, vigila solenne la sacra famiglia in tipici abiti andini.

È Natale in tutto il mondo, e nelle oltre 350 immagini (biglietti e cartoline natalizi) raccolte da mons. Luigi Bressan e riprodotte in un volume fresco di stampa per le edizioni Reverdito, si può gustare il valore universale di questa festa, cogliendone la bellezza e la varietà delle espressioni artistiche dei singoli popoli nelle diverse epoche storiche, dal 1800 fino a oggi.

Un sogno che si realizza, per l'arcivescovo emerito di Trento, che da anni conserva i biglietti natalizi ricevuti da molti luoghi del mondo: con la collaborazione paziente di Miriam Lenzi, tutti questi “auguri” sono stati selezionati, ordinati e corredati di ampie didascalie. Così ha preso forma il volume dal titolo “Buon Natale. Auguri da tutto il mondo”: un albo per grandi e piccoli, credenti e titubanti, per chi si sente ancora in ricerca nella comprensione del più importante avvenimento della storia. Un racconto per immagini che sa sorprendere, piacevole da sfogliare e da risfogliare, perché ogni immagine può suggerire ogni volta nuovi significati, far nascere la curiosità di nuovi approfondimenti.

Le immagini sono suddivise per continenti, per porre in luce l'università del messaggio natalizio. “Spesso tali biglietti – constata Bressan – non hanno grande valore artistico, ma esprimono l'anima di un popolo”. Una seconda parte è divisa invece per temi particolari del Natale: gli angeli, i bambini, la natura, gli animali, i regali… Un accenno anche a Babbo Natale, testimone a suo modo della bontà che il Natale porta, dalle prime rappresentazioni fino a come lo conosciamo oggi.

“Le festività natalizie sono ormai entrate nel costume mondiale, secolarizzandosi nel tempo, e malgrado certe deviazioni consumistiche portano sempre un forte messaggio di bontà, un richiamo ai valori più profondi, un motivo di speranza”, spiega l'arcivescovo emerito. Un messaggio che si esprime nella concretezza di ogni cultura. Il Natale, infatti, rappresenta eventi comuni nella vita quotidiana di tutti i popoli: nel presepe, ad esempio, c'è l'esperienza di una nascita, gli sguardi d'amore dei genitori, la gioia degli amici, le visite, la comunità che partecipa all'evento… Allora non stupisce vedere Giuseppe con la lancia come i nomadi africani, Maria vestita con il kimono giapponese o il sari indiano, i pastori con il tamburo per far festa: “Nella varietà espressiva delle arti e del sentimento popolare – commenta mons. Bressan – tutte queste immagini esprimono la stessa profonda riconoscenza per la testimonianza d'amore. Natale ci porta la dimostrazione che Dio è vicino all'uomo fino a farsi bambino. E invita tutti a saper sperare, e a saper amarsi gli uni gli altri”.

“Io vedo con tristezza – confida l'arcivescovo – che si organizzano dei viaggi per la Finlandia per andare a vedere da dove viene Babbo Natale, e si dimentica di andare a vedere il presepio. Qui – conclude indicando alcune pagine del libro – c'è qualche immagine di bambini che lasciano da parte i doni per ammirare estasiati il presepe. Ma anche un Babbo Natale che con le sue renne passa davanti alla grotta, vede una mangiatoia, un bambino, e chiede: 'ma tu che ci fai, qui, a Natale?'… Non si tratta di opporsi, ma di integrare, di non perdere la verità delle cose”.

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