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Dopo mesi di perizie, controperizie, ricorsi e incontri pubblici, il confronto sul vallo tomo di Mori è arrivato a un punto focale. I membri del comitato Da Vicolo Avicolo hanno organizzato un sit in per bloccare l’accesso agli operai che stanno costruendo la strada di accesso al cantiere sotto Montalbano. Ieri, davanti a una trentina di persone, le ruspe si sono fermate e in questo momento la trattativa tra Comune e manifestanti è in corso.
La storia della costruzione del vallo tomo sopra via Teatro è iniziata in primavera, anche se da anni a Mori si parla di mettere in sicurezza la parete sopra Mori Vecchio e quella di Ravazzone. L’urgenza è però arrivata quando, in seguito a un piccolo smottamento, è stato scoperto un masso pericolante di 500 metri cubi che incombe sopra le case.
La Provincia, attraverso la Protezione civile, e il Comune hanno fin da subito spiegato che per rimuovere il sasso, facendolo esplodere, era prima necessario costruire un muro, il vallo tomo appunto, alto 5 metri e largo 10, per 300 metri di lunghezza. Per velocizzare l’intervento è stata imposta la somma urgenza.
Per aumentarne l’efficacia e ridurre l’impatto paesaggistico, i tecnici provinciali hanno proposto di realizzare l’opera a ridosso delle case, sopra i terrazzamenti e i muretti a secco, ed è da qui che è si è sollevata la protesta di una ventina di proprietari, ora allargatasi a coinvolgere anche il fronte No Tav.
Da questa settimana una residente, Rosanna Bertolini, ha piantato una tenda nel suo appezzamento e attorno a lei si è radunata una piccola comunità, la cosiddetta Tribù delle fratte, che porta cibo e supporto nella lotta.
Stasera è previsto una discussione tra i manifestanti, mentre domenica ci sarà una camminata sui terrazzamenti con partenza alle 10 in piazza Cal di Ponte
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