Domenica 4 dicembre si vota. Così si schierano i parlamentari trentini
La posizione dei politici e degli amministratori trentini sul referendum rispecchia a livello locale quella assunta dai partiti di riferimento a livello nazionale.
Dei sei parlamentari trentini, in particolare, quattro voteranno sì e due sono per il no, come hanno motivato in questi giorni nelle interviste a radio Trentino inBlu e al nostro settimanale.
Il sen. Giorgio Tonini (PD) riassume così l’esito della vittoria del sì: “una democrazia parlamentare, corretta da robuste iniezioni di democrazia diretta, a loro volta temperate da un rafforzamento pluralistico delle autonomie territoriali”. Nell’intervista a specchio del numero scorso l’on. Riccardo Fraccaro (Movimento 5 Stelle) per il no ritiene invece che “con queste riforme si punta a ridurre i diritti dei cittadini per far posto all’uomo solo al comando, col rischio di minare anche la sovranità popolare”.
E’ per il sì l’on. Michele Nicoletti (PD): “dopo 35 anni di tentativi sarebbe un’occasione perduta per riformare le istituzioni del nostro Paese e farle contare di più anche in Europa, facendo pulizia fra le competenze dello Stato e delle regioni; c’era una larghissima maggioranza sia di centrosinistra che di centrodestra d’accordo su questi punti critici”.
Per il sen. Sergio Divina (Lega Nord), schierato per il no, “Renzi fa un’operazione divisiva pericolosissima, mentre la Carta Costizionale è un patto sociale che dovrebbe unire tutti i cittadini. Ha funzionato e funziona, serve per tutelare tutti. Renzi invece centralizza tutto su se stesso, espropria le regioni di molte competenze”. L’on. Mauro Ottobre (Gruppo Misto) voterà sì come ha spiegato in vari incontri in Trentino “perchè in questo modo si difende anche la nostra Autonomia”, ha spiegato.
Per il sì anche il sen. Franco Panizza (Gruppo Autonomie) “per rendere più gestibile il sistema istituzionale italiano, per consentire di governare a chiunque vinca le elezioni; anche per mettere al sicuro la nostra Autonomia e portare avanti il nostro statuto attraverso il principio dell'Intesa; se vincesse il no si creerebbe un clima ostile alla nostra autonomia speciale.
L'on. Lorenzo Dellai (Democrazia Solidale) appoggia il sì perchè “questa riforma non intacca i principi fondamentali della prima parte della Costituzione, ma innova i meccanismi di funzionamento delle nostre istituzioni. Si tratta di innovazioni che vanno nella giusta direzione, ma richiederanno una attuazione attenta e anche una sincera disponibilità a miglioramenti e correzioni: se i principi devono rimanere punti di riferimento stabilì, le forme organizzative devono essere sottoposte a doveroso monitoraggio e verifica nella realtà dei fatti”.
(interviste a cura di)
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