Giurista, è stato sindaco di Bolzano dal 1995 al 2005
Bolzano – “Il suo lavoro per la pace, per il dialogo e per la convivenza lo ha potuto sviluppare mediante scelte forti, coraggiose, anche controcorrente, affrontando il rischio di non riuscire a coinvolgere molti dei propri concittadini nella condivisione delle idee e nella disponibilità ad una generosa riappacificazione”. È uno dei passi della motivazione della giuria che ha conferito a Giovanni Salghetti Drioli, sabato scorso, il premio “Vescovo Gargitter”.
Il riconoscimento viene assegnato ogni tre anni, a partire dal 1998, per iniziativa della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e dal Katholisches Forum. Finora ne hanno beneficiato don Giancarlo Bertagnolli, Hansjörg Kucera, Christine Baumgartner, Alcide Berloffa, Josef Stricker e la Casa della solidarietà di Bressanone assieme ai Missionari comboniani.
Giovanni Salghetti, giurista (già ai vertici dell’Avvocatura provinciale), è stato sindaco di Bolzano dal 1995 al 2005 (per alcuni mesi, tra il 1988 e il 1989 commissario straordinario). Da sempre impegnato nell’associazionismo e nel volontariato, dapprima con l’Azione cattolica, poi nell’associazione La Strada – Der Weg di cui è stato cofondatore.
La motivazione è stata letta dal giudice Heinz Zanon, presidente della giuria. “Quale esempio di fede vissuta e di testimonianza cristiana, ha voluto dedicare la propria esistenza, sia nei molteplici impegni di volontariato che nell’esercizio della professione e di cariche pubbliche, al servizio del prossimo, prestando particolare attenzione alle preoccupazioni e alle esigenze delle persone in difficoltà e della ‘piccola’ gente”. Sottolineato anche il “tenace impegno” “sia nelle tante attività di volontariato che nelle diverse cariche pubbliche, a favore di una fruttuosa ed amichevole convivenza fra gli appartenenti ai diversi gruppi linguistici”.
Hansjörg Kucera, nel suo intervento, ha sottolineato la capacità di ascolto di Salghetti. Il vescovo Ivo Muser si è soffermato sulla figura di mons. Joseph Gargitter. Ha illustrato le sue scelte, spesso incomprese, a favore della pacificazione tra i gruppi altoatesini e l’apertura alla questione sociale: “Il compito fondamentale di stare dalla parte dei più poveri e dei più deboli, di dar loro una voce e far sentire la loro voce, appartiene ancora ai giorni nostri, come per il nostro futuro, alle persone che si riconoscono in Gesù”. Infine l’investimento nelle istituzioni formative, nelle organizzazioni giovanili e soprattutto il suo coraggio: “Il vescovo Gargitter ha osato molto durante il suo ministero episcopale, aveva un cuore che osava molto”.
Giovanni Salghetti Drioli, da parte sua, ha esortato a non abbassare la guardia di fronte alle grandi questioni sociali e alle sfide del dialogo interculturale. “A lungo in questa terra abbiamo auspicato e vissuto la convivenza. Ma stiamo accorti, perché non sia di facciata e non si riduca solo al rispetto, alla tolleranza, alla sopportazione o faccia passi indietro non appena si tocchi un tasto etnico”. “Per essere fruttuosa e motivante”, la convivenza, “deve essere anch’essa dinamica, come la nostra autonomia, deve comportare reciprocità, solidarietà, mutualità, cordialità. In breve, deve mirare alla convivialità”.
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