Una Giornata per celebrare la partecipazione dei giovani alla COP22

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Qui alla COP22 i movimenti giovanili e le ONG giocano un ruolo fondamentale, ed un esempio di questo è già stata la dimostrazione di SustainUS di cui vi abbiamo già parlato. Il 10 novembre, qui nella zona blu era proprio la Giornata della Gioventù e delle Generazioni Future e l’età media non è mai stata così bassa qui alle Nazioni Unite. Quale miglior occasione per conoscere un po’ meglio alcuni dei giovani attori qui a Marrakech?

Per iniziare, incontriamo Elizabeth Dirth, di Glasgow, rappresentante di 2050 Scotland’s Youth Climate Group. Il Gruppo, creato circa due anni fa, vuole educare studenti e giovani professionisti sotto i 30 anni ad essere i leader scozzesi del domani, con uno speciale punto di vista sulle politiche climatiche. Infatti, non è solo indirizzato ad individui già operativi nel campo delle scienze climatiche, ma a una varietà di specializzazioni. In particolare, questa organizzazione promuovo il Programma di sviluppo per giovani leaders: la prima edizione è appena terminata ed ha visto la partecipazione di 120 giovani scozzesi, dopo aver ricevuto 200 candidature dalla sola Scozia. Quest’alta richiesta ha permesso al Gruppo 2050 di scegliere un insieme di giovani il più diverso possibile. L’obiettivo non era solo sollevare l’attenzione ed educare, ma anche attivarsi immediatamente nella preservazione del clima: ogni partecipante riceveva infatti anche piccole sfide da portare a termine nella propria vita quotidiana. Come ha sottolineato Elizabeth, fondamentale era infatti “anche prendere parte alla transizione invece di limitarsi ad imparare.” Dopo aver avuto un evento nella zona verde il primo giorno di COP, il Gruppo sta ora cercando di trarre il meglio da questa esperienza, sapendo che “c’è bisogno di persone in politica che capiscano meglio i problemi climatici.”

Abbiamo poi avuto l’opportunità, e dopo averla conosciuta anche meglio si potrebbe dire l’onore, di incontrare Yugratna Srivastava, membro dell’ONG Plant for the Planet. In verità, Yugratna, non è solo una giovane donna Indiana particolarmente attiva, ma anche una vera ispirazione, dato che ebbe modo di parlare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2009 all’età di 13 anni, facendo di lei la persona più giovane che lo abbia mai fatto finora. “Plant for the Planet”, l’ONG di cui fa parte, è un’organizzazione basata in Germania che promuove la plantumazione di alberi nel mondo, in particolare rivolgendosi a bambini e giovani. Dopo la campagna del 2009 Stop talking start planting, l’ONG sta ora raccogliendo fondi per nuovi alberi, vendendo cioccolata equosolidale in Germania: da aprile 2016 si sono piantati alberi in Messico con un ritmo di 80 alberi al giorno, stimando di raggiungere il milionesimo albero in dicembre. Sono anche coinvolti nell’educazione climatica di bambini, organizzando workshop di una giornata in tutto il modno. L’organizzazione è infatti presente in 56 Paesi, equamente distribuiti nei cinque continenti. “Plant for the Planet” sta partecipando alla COP di Marrakech con un focus particolare su mitigazione, perdita e danno, rivoluzione energetica, equità intergenerazionale e giustizia climatica. Yugratna si dichiara felice del fatto che si sia raggiunto un accordo a Parigi e che esso sia già in vigore, perché “almeno ora si ha qualcosa su cui discutere.” “Forse non è possibile fare tutto ora, ma c’è comunque qualcosa da fare. Sono un’attivista, ma credo nelle negoziazioni e nel dialogo,” ha aggiunto. L’ONG ha anche promosso un flash mob, piantando alberi nel bel mezzo della venue della COP.

Infine, abbiamo incontrato Federica Pastore e Lina Rodriguez, membri dell’Italian Climate Network. L’ONG, nata cinque anni fa, vuole alzare l’attenzione sui cambiamenti climatici nella società civile. Ecco il perché, in Italia, essa collabora con diversi soggetti: più recentemente ha iniziato a collaborare con aziende, offrendo consiglio e supporto nel creare una produzione più verde. Ma la presenza maggiore sul territorio italiano è nelle scuole, dove entrano nelle classi per mostrare, per esempio, l’impatto che le negoziazioni e lo smaltimento dei rifiuti hanno sui cambiamenti climatici e che questi hanno su salute e diritti umani. Presente alla COP dalla COP17 di Durban, l’ICN è stato uno dei maggiori promotori dell’inserimento del principio di equità intergenerazionale nell’Accordo di Parigi. È ora qui a Marrakech per dialogare con altre ONG e raccogliere idee “provare ad educare quante più persone possibile e renderle consapevoli che si debba fare qualcosa.”

Questi sono alcuni degli esempi di giovani gruppi e ONG qui a Marrakech. Sicuramente, questo ci dà un po’ di speranza per un futuro più verde.

Camilla Perotti e Evelyn Araripe

Una Giornata per celebrare la partecipazione dei giovani alla COP22

Qui alla COP22 i movimenti giovanili e le ONG giocano un ruolo fondamentale, ed un esempio di questo è già stata la dimostrazione di SustainUS di cui vi abbiamo già parlato. Il 10 novembre, qui nella zona blu era proprio la Giornata della Gioventù e delle Generazioni Future e l’età media non è mai stata così bassa qui alle Nazioni Unite. Quale miglior occasione per conoscere un po’ meglio alcuni dei giovani attori qui a Marrakech?

Per iniziare, incontriamo Elizabeth Dirth, di Glasgow, rappresentante di 2050 Scotland’s Youth Climate Group. Il Gruppo, creato circa due anni fa, vuole educare studenti e giovani professionisti sotto i 30 anni ad essere i leader scozzesi del domani, con uno speciale punto di vista sulle politiche climatiche. Infatti, non è solo indirizzato ad individui già operativi nel campo delle scienze climatiche, ma a una varietà di specializzazioni. In particolare, questa organizzazione promuovo il Programma di sviluppo per giovani leaders: la prima edizione è appena terminata ed ha visto la partecipazione di 120 giovani scozzesi, dopo aver ricevuto 200 candidature dalla sola Scozia. Quest’alta richiesta ha permesso al Gruppo 2050 di scegliere un insieme di giovani il più diverso possibile. L’obiettivo non era solo sollevare l’attenzione ed educare, ma anche attivarsi immediatamente nella preservazione del clima: ogni partecipante riceveva infatti anche piccole sfide da portare a termine nella propria vita quotidiana. Come ha sottolineato Elizabeth, fondamentale era infatti “anche prendere parte alla transizione invece di limitarsi ad imparare.” Dopo aver avuto un evento nella zona verde il primo giorno di COP, il Gruppo sta ora cercando di trarre il meglio da questa esperienza, sapendo che “c’è bisogno di persone in politica che capiscano meglio i problemi climatici.”

Abbiamo poi avuto l’opportunità, e dopo averla conosciuta anche meglio si potrebbe dire l’onore, di incontrare Yugratna Srivastava, membro dell’ONG Plant for the Planet. In verità, Yugratna, non è solo una giovane donna Indiana particolarmente attiva, ma anche una vera ispirazione, dato che ebbe modo di parlare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2009 all’età di 13 anni, facendo di lei la persona più giovane che lo abbia mai fatto finora. “Plant for the Planet”, l’ONG di cui fa parte, è un’organizzazione basata in Germania che promuove la plantumazione di alberi nel mondo, in particolare rivolgendosi a bambini e giovani. Dopo la campagna del 2009 Stop talking start planting, l’ONG sta ora raccogliendo fondi per nuovi alberi, vendendo cioccolata equosolidale in Germania: da aprile 2016 si sono piantati alberi in Messico con un ritmo di 80 alberi al giorno, stimando di raggiungere il milionesimo albero in dicembre. Sono anche coinvolti nell’educazione climatica di bambini, organizzando workshop di una giornata in tutto il modno. L’organizzazione è infatti presente in 56 Paesi, equamente distribuiti nei cinque continenti. “Plant for the Planet” sta partecipando alla COP di Marrakech con un focus particolare su mitigazione, perdita e danno, rivoluzione energetica, equità intergenerazionale e giustizia climatica. Yugratna si dichiara felice del fatto che si sia raggiunto un accordo a Parigi e che esso sia già in vigore, perché “almeno ora si ha qualcosa su cui discutere.” “Forse non è possibile fare tutto ora, ma c’è comunque qualcosa da fare. Sono un’attivista, ma credo nelle negoziazioni e nel dialogo,” ha aggiunto. L’ONG ha anche promosso un flash mob, piantando alberi nel bel mezzo della venue della COP.

Infine, abbiamo incontrato Federica Pastore e Lina Rodriguez, membri dell’Italian Climate Network. L’ONG, nata cinque anni fa, vuole alzare l’attenzione sui cambiamenti climatici nella società civile. Ecco il perché, in Italia, essa collabora con diversi soggetti: più recentemente ha iniziato a collaborare con aziende, offrendo consiglio e supporto nel creare una produzione più verde. Ma la presenza maggiore sul territorio italiano è nelle scuole, dove entrano nelle classi per mostrare, per esempio, l’impatto che le negoziazioni e lo smaltimento dei rifiuti hanno sui cambiamenti climatici e che questi hanno su salute e diritti umani. Presente alla COP dalla COP17 di Durban, l’ICN è stato uno dei maggiori promotori dell’inserimento del principio di equità intergenerazionale nell’Accordo di Parigi. È ora qui a Marrakech per dialogare con altre ONG e raccogliere idee “provare ad educare quante più persone possibile e renderle consapevoli che si debba fare qualcosa.”

Questi sono alcuni degli esempi di giovani gruppi e ONG qui a Marrakech. Sicuramente, questo ci dà un po’ di speranza per un futuro più verde.

Camilla Perotti e Evelyn Araripe

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