Veramente è volato questo Anno Santo della Misericordia, con le sue iniziative e le sue proposte di preghiera e catechesi, di pellegrinaggi e di solidarietà, con le provocazioni e la testimonianza di Papa Francesco. Un tempo limitato, quasi troppo breve quello del Giubileo, come è quello della nostra vita… E adesso? Sembra quasi di sentire la voce degli imbonitori alle fiere “Donne, me ne vado!”. Come a dire approfittate dell’occasione, sbrigatevi perché si chiude! Invece viene voglia di gridare quel passo stupendo delle Lamentazioni del profeta Geremia (3, 22-23): “Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie, si rinnovano ogni mattina”! Non è finita, anzi continua, anzi ricomincia sempre questa prospettiva di un tempo di grazia del Signore.
Il Giubileo straordinario è stato un richiamo; ha voluto riproporre una cosa grande, un dono, una presenza, una realtà che non finisce mai, che non avrà mai termine perché è l’essenza stessa di Dio. Papa Francesco non ha fatto altro che riproporci una grande verità, che rischiavamo di dimenticare. Certo il tempo si è fatto breve, come direbbe San Paolo (1Cor 7, 29), perché i giorni, i mesi e gli anni scorrono via veloci e la nostra vita è … un lampo!
Gesù stesso, presentandosi e riferendosi al profeta Isaia, aveva annunciato la sua missione: “Un anno di grazia del Signore” (Lc 4, 19). Lui è quell’anno, lui è quel tempo, per sempre spalancato e disponibile per tutti. La Chiesa nella sua pedagogia di tanto in tanto ci offre le sue proposte alternative, perché non ce le dimentichiamo, perché non le diamo per scontate. Così ogni anno il mercoledì delle ceneri ci ricorda e ripropone la preghiera, il digiuno e l’elemosina, da non vivere solo in quel giorno, o solo in Quaresima, ma sempre. Quel giorno ce lo richiama come uno stile per ogni giorno. Così l’Anno Santo ci ha offerto, ci ha ricordato una misericordia che è sempre lì, alla nostra portata nel cuore e nelle mani di Dio, da accogliere da Dio; nel nostro cuore e nelle nostre mani da offrire ai fratelli.
Portiamo con noi allora le parole forti e vere del profeta, quasi un’inserzione pubblicitaria a pagamento sul giornale, una proposta alternativa e chiara alla fine del Giubileo straordinario: “Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà. Mia parte è il Signore – io esclamo –, per questo in lui spero. Buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca” (Lam 3, 21-25). E noi ci crediamo, perché … non finisce qui!
Giulio Viviani
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