Partono anche campagne abbonamenti mirate
La campagna abbonamenti 1974 si imposta per la prima volta seguendo le tecniche del marketing. Si pubblicano quattro poster e un fascicolo illustrato dal titolo “Lei è davvero convinto che …? ne può discutere un momento con noi?”. Le foto sono di Paolo Pombeni e Claudia Bobbio, come pure l’ideazione della campagna e la realizzazione grafica.
Dal 10 gennaio 1974 la rubrica “I Fatti” è firmata da Paolo Pombeni, docente universitario di scienze politiche. Anche Pombeni continua tuttora la sua collaborazione, tanto che la sua firma e la sua rubrica sono in assoluto tra le più longeve della storia del settimanale.
Nel maggio 1974 muore Mons. Giulio Delugan. La commemorazione dell’arcivescovo occupa la prima e la terza pagina del settimanale. Alle pagine 9-12 il ricordo di Cristelli e di Angelo de Gentilotti. Civi ricorda i rapporti con Delugan, le sue battaglie per la libertà, le sue sofferenze per tante critiche e attacchi pretestuosi.
Nel 1974 compare un nuovo romanzo a puntate di Sandra Frizzera: “Stivor odissea della speranza”. Narra l’emigrazione trentina di fine ‘800 verso la Bosnia, vicenda di cui il Trentino aveva perso la memoria. Da quel momento prende il via una serie di relazioni che riavvicineranno i discendenti dei trentini emigrati alla terra di origine.
Nello stesso anno compaiono le rubriche “Bianca e nera”, sintesi dei principali fatti della settimana, e “Sette giorni sport” a cura di Adriano Morelli (giornalista Rai).
Parte la “Pagina dei ragazzi” a cura di Giovanna Borzaga. In seguito viene affidata a Fulvio Gardumi e quindi a Claudia Bobbio. Nell’inserto natalizio 1974 compare una storia a fumetti sue due pagine.
Nel marzo 1975 si pubblica il bilancio di Vita Trentina (“fedeli al concetto che il settimanale è un servizio ecclesiale e, come tale, interessa tutta la comunità”). Le entrate ammontano a 79 milioni, le uscite a 83, la perdita di esercizio a 4 milioni e mezzo. Pesano soprattutto gli aumenti della carta (+85% in un anno). Si presenta anche il comitato promozionale di Vita Trentina, a suo tempo suggerito dal Consiglio presbiterale e pastorale. Esso ha “il compito di affiancare la direzione e la redazione del settimanale sia nell’individuazione della linea, sia nell’attuazione di un servizio più rispondente alle esigenze dei vari tipi di lettori, sia nel lavoro di diffusione e di sensibilizzazione. Comprende vari rappresentanti della base e delle forze attive nella vita ecclesiale e, caso unico nel mondo della stampa, due rappresentanti dei lettori e dei fiduciari e collaboratori”. Il consiglio di amministrazione invece è presieduto da Guido Agostini ed ha per consiglieri don Erminio Botteri, Enzo Filosi, Giuseppe Margoni, Enrico Pancheri.
La pubblicità, il secondo pilastro su cui si regge il bilancio del settimanale (il primo è dato dagli abbonamenti), è gestita dalla SPI (Società per la Pubblicità in Italia). All’epoca è tra le più importanti concessionarie di pubblicità nazionali. In Trentino gestisce la pubblicità anche per Adige, Alto Adige e Gazzettino. Direttore della sede di Trento è il noto poeta Marco Pola fino al 1972; poi prende il suo posto Pino Nicolodi. In ufficio ci sono anche Lucilla Maestri e Walter Tamanini. Il produttore SPI, cioè colui che visita gli inserzionisti e li convince a fare pubblicità sul settimanale, è Gianni Franceschini, che continuerà in questa opera anche quando la SPI chiuderà i battenti nel 1991.
Nel 1975 muoiono Gaetano Bernardi, i cui romanzi sono comparsi per tantissimi anni a puntate su Vt, e don Mario Bebber, prete e poeta geniale, che dal 18 febbraio al 6 maggio 1971 aveva curato in prima pagina la rubrica “Il picchio”: brevi e sapidi corsivi, spesso graffianti, sempre di grande efficacia.
In ottobre in prima pagina compare un titolo in colore rosso (si parla di cinque antifranchisti spagnoli condannati a morte): la possibilità di usare un colore (rosso o azzurro) oltre al nero permette d’ora in poi di vivacizzare le pagine.
A fine 1975 parte la campagna abbonamenti con lo slogan “Non chiuderti nel riccio – La realtà non punge”. Per la prima volta Vt fa pubblicità nei cinema, alla Rai e con poster e manifesti. Dai gruppi giovanili si fanno avanti alcuni studenti che si incaricano di organizzare la promozione di nuovi abbonamenti: tra questi molto attivo è Dino Andretta, che collabora anche con articoli. Negli anni successivi si occuperà di attività promozionale anche Piergiorgio Gabrielli.
Col primo numero del 1976 il settimanale riporta in copertina la data della domenica anziché del giovedì, giorno reale di uscita.
Nelle corrispondenze compaiono tre pagine unitarie: C3 Bassa Valusgana, affidata a Sergio Bonazza, C8 Giudicarie a Mario Antolini e C 9 Alto Garda e Ledro a Aldo Cadili. Nuove testatine grafiche danno più ordine e leggibilità alle corrispondenze, che vengono suddivise per Comprensori. A Cles tre studenti universitari, Mario Chini, Eugenio Gabardi e Robert Odorizzi, si impegnano a rilanciare l’informazione dalla Val di Non con inchieste e servizi di approfondimento.
Dal 1976 la rubrica sportiva “Sette giorni sport” viene curata da Dino Panato (in sigla Dipa), il futuro fotoreporter.
(5. continua)
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