Al via la COP22: mettiamoci al lavoro!

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Al suono dei tamburi, si è inaugurata lunedì 7 novembre la COP22. A tre giorni dall’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, la Conferenza si è aperta con uno spirito speranzoso ma allo stesso tempo consapevole del lavoro impegnativo che la attende.

La plenaria è stata aperta dal Ministro degli Esteri e Presidente eletto della COP 22 Salaheddine Mezouar. Il Presidente ha espresso la volontà del Marocco e dell’Africa nel suo insieme di unirsi agli sforzi per combattere i cambiamenti climatici e il desiderio di prendere in mano il destino del continente, ridurre la sua vulnerabilità e rafforzarne la resilienza. Il Ministro ha inoltre sottolineato l’attenzione senza precedenti che la tematica del cambiamento climatico sta ricevendo: le cose iniziano ad essere fatte ed i problemi ad essere messi sul tavolo. Ma ha anche riconosciuto che c’è ancora molto da fare per mantenere il mondo al di sotto dei 2 o addirittura 1.5 gradi di incremento della temperatura fissati a Parigi. Ha invitato i rappresentanti dei governi “a essere più ambiziosi che mai nei propri impegni. In tutto il mondo, l’opinione pubblica deve percepire il cambiamento. Ci deve essere un cambiamento a tutti i livelli, dai progetti locali a quelli che attraversano i confini nazionali e si devono creare delle genuine “win-win” partnership”. Noi ci auguriamo che le Parti tengano a mente quanto detto dal Presidente.

Mezouar ha poi passato la parola a Patricia Espinosa, Segretaria Esecutivo dell’UNFCCC. Sulla stessa linea, la Segretaria ha ricordato che è giusto celebrare l’entrata in vigore dell’accordo ma che c’è ancora molto da fare. “Raggiungere gli obiettivi e le ambizioni dell’Accordo di Parigi non è scontato”, ha sottolineato. La sfida è invertire due secoli di sviluppo ad alta intensità di carbonio, e non è poco. La Segretaria ha poi identificato alcune aree dove sarà importante lavorare:

  • Finanza per permettere ai paesi in via di sviluppo di rendere le proprie economie “più verdi” e aumentare la loro resilienza;

  • Piani nazionali di azione climatica;

  • Adattamento, al quale deve essere data alta priorità, e meccanismo su perdite e danni per salvaguardare lo sviluppo delle comunità più vulnerabili;

  • Sviluppo delle capacità per i paesi in via di sviluppo in modo tale che sia rispondente alle loro necessità.

Espinosa ha terminato l’intervento dicendo: “ Il nostro lavoro qui a Marrakech deve riflettere la nostra nuova realtà. Nessun politico o cittadino, nessun manager o investitore deve dubitare che la trasformazione verso una società ed un economia resiliente e a bassa emissione di carbonio sia la determinazione comune della comunità delle Nazioni”.

Anche noi, i giovani, siamo parte di questa trasformazione. Siamo la maggioranza della popolazione mondiale. Dobbiamo ascoltare ed imparare per prendere il futuro nelle nostre mani. Ma soprattutto, dobbiamo prendere parte al processo con il nostro essere creativi, energetici e ribelli per contribuire a cambiare il sistema una volta per tutte.

Giovanna Gini e Elisa Calliari

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