Preghiera e contemplazione non sono riservati a monaci e monache o ai cosiddetti “mistici”, ma dovrebbero costituire il normale atteggiamento del credente che aspira alla vera felicità. Purtroppo il più delle volte anche chi dice di credere in Dio si lascia attrarre dalle molte cose del mondo su cui, esclusivamente, ripone la sua gioia. Eppure la sincera risposta a due semplici domande basterebbe per capovolgere tale visione. “Scrivete su un foglietto queste due domande e datevi la risposta: io sono contento? E quali sono le cose che mi procurano una gioia duratura?”, padre Ermes Ronchi ha così invitato i numerosi presenti al Teatro Rosmini di Rovereto ad un “compitino per casa”, ovvero farsi un esame di coscienza per verificare dove sta andando la propria vita. Il noto teologo dell'ordine dei Servi di Maria ha tenuto una conferenza, lo scorso 21 ottobre, sul valore della vita contemplativa e della preghiera nella frenesia dell'oggi, dal titolo “Come un girasole”. Si è trattato del secondo incontro in preparazione allo spettacolo “Come farfalla in volo” sull'esperienza mistica e sociale della Venerabile Giovanna Maria della Croce – al secolo Bernardina Floriani – nella Rovereto del Seicento, che è andato in scena al Teatro Zandonai il 28 ottobre.
Per padre Ronchi, contemplare “non è dire rosari e moltiplicare i salmi ma attirare un pezzetto di Cielo dentro il proprio essere”. “Il problema della felicità coincide con il problema dell'esistenza – ha aggiunto – ma che cosa mi rende contento in modo duraturo?”. Le domande, più che le affermazioni, inducono a riflettere, così il religioso ha posto delle domande con lo stile usato per predicare gli esercizi spirituali a papa Francesco. Una domanda se l'era posta anche Sant'Ignazio di Loyola, quando, rimasto ferito in battaglia, sul letto d'ospedale leggeva “storie di cavalieri e di eroi” e “storie di santi”. Gli piacevano tutti e due i generi, ma si accorse che i racconti sulla vita dei santi lasciavano in lui un piacere più duraturo; la riflessione sul perchè fu l'inizio della sua conversione. Questa gioia duratura, che è l'aspirazione di ogni uomo, si trova – per padre Ermes – negli “occhi delle persone”, nella “compassione verso gli altri” e non nel potere, nel denaro, nel successo, nella fretta.
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