“Grazie padre Fabrizio, supereroe della pace!”

La barba lunga, le mani spalancate, un sorriso che forse non eravamo abituati a vedere sul suo volto un po' burbero, ma che i bambini hanno saputo leggere nella sua grande opera di bene. I disegni colorati dei bambini descrivono un padre Fabrizio circondato dai poveri, oppure dai bambini stessi che egli prende per mano, quasi a volerli guidare.

Sono stati in tanti, dopo la morte improvvisa, a voler tracciare il loro personale ricordo del frate cappuccino Fabrizio Forti, scomparso a 66 anni lo scorso 15 ottobre. Un ricordo speciale ci è arrivato dagli alunni di 3B delle scuole Crispi di Trento, che insieme alla loro maestra lo avevano conosciuto due anni fa. Anche al funerale di padre Forti alcuni bambini delle scuole primarie hanno raccontato di questi incontri, in cui padre Fabrizio, parlando del suo impegno alla mensa dei poveri e nel carcere di Spini, faceva incontrare ai bambini mondi ancora lontani, forse sconosciuti.

“Grazie” è la parola più ricorrente. Nelle loro letterine, in accompagnamento ai disegni, gli alunni delle Crispi lodano e ringraziano padre Fabrizio per aver “inventato” la mensa dei poveri e aver dato da mangiare a chi non ne aveva. Forse ora, se non ci avesse pensato lui, tante persone sarebbero “affamate e molto tristi”, dice qualcuno. “Sei stato non bravo ma bravissimo a me non sarebbe mai venuto in mente di fare una mensa dei poveri”, ammette Cecilia.

“So che se tu fossi ancora vivo avresti aiutato un sacco di poveri e avresti portato da mangiare al mondo intero”, è il pensiero limpido di Gaia, che subito dopo specifica: “Il tuo obbiettivo era portare la GIUSTIZIA NEL MONDO”. “Tu non hai mai mollato anche quando stavi male, tu invece di abbatterti hai aiutato i poveri che non avevano soldi per mangiare e forse hai salvato un migliaio di vite”, azzarda Elisa. Di sicuro “hai donato la pace a tanti abitanti di Trento”, è il pensiero di Alberto, che ringrazia padre Fabrizio “per essere venuto a scuola qui da noi a insegnarci ad essere attori di pace”. In tanti ricordano quel giorno: “Tu sei il nostro amico dalla prima – scrive Giulia -, e ci hai reso più interessante la strada per la terza”. “Padre Fabrizio ti voglio dire una cosa – dice Massimo -: in prima noi credevamo che tu fossi una persona normale ma tu padre Fabrizio sei una persona molto importante”, “un attore di pace fantastico” suggerisce Elisa, “il supereroe della PACE!” propone Giulio.

E ora chi penserà alle persone che frequentano la mensa? “Con te era tutto più semplice ma adesso qualcuno continuerà ad amare” sembra volerlo rassicurare Angelica. “Mi dispiace che tu sia morto – scrive Mahault – ma a me sembra che tu ci sia ancora perché i tuoi insegnamenti non muoiono mai”. Al suo funerale è stato lo stesso arcivescovo Lauro a parlare di padre Forti come testimone “da imitare”, non “da attardarsi ad ammirare”, lanciando la proposta di assumersi come comunità “la responsabilità di farci carico dei poveri”. I bambini non si tirano indietro: “Ti aiuteremo noi!”. Leonardo promette: “anch'io proverò a fare come hai fatto tu”, perché – lo riconosce Alessandro – “noi siamo attori di pace come te”.

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