La conoscenza fra padre Franco Cellana, missionario della Consolata originario di Tiarno di Sopra, scomparso il 24 settembre 2015, e Luciano Santorum, geometra di Riva con alle spalle esperienze di volontariato, la condivisione e il confronto di momenti di testimonianza e impegno di solidarietà verso le persone più bisognose, furono la scintilla che – nell’autunno del 1986 – portò alla nascita del Gruppo missionario Alto Garda e Ledro. Che venerdì, festeggia i primi trent’anni di impegno umanitario in Africa e decine e decine di opere realizzate a favore delle popolazioni delle zone più remote della Tanzania.
“Fin dalla sua costituzione il sodalizio ha incarnato gli insegnamenti del Vangelo, in cui Gesù parla dei poveri, degli ultimi e dei bambini”, spiega il neopresidente Achille Brigà. “Ed è questo lo spirito che ha animato i volontari e i sostenitori che in questi anni hanno messo a disposizione un periodo della loro vita per camminare con gli altri, realizzare progetti nati valutando i bisogni locali, ascoltando i missionari e le suore, ma soprattutto le persone che vivono in queste realtà disagiate. Alle volte avremmo voluto fare di più, fare meglio, ma non sempre ci è stata data la possibilità, non sempre abbiamo avuto i mezzi e le forze sufficienti”.
Il gruppo si è impegnato a costruire acquedotti, dispensari, asili, scuole, laboratori. Dal 2010 i volontari operano nella regione e nella diocesi di Iringa, una città di 150-200 mila abitanti, dove vi è la sede vescovile e dove abbiamo posto la nostra base logistica. “Nel raggio di poche centinaia di metri ci sono i conventi ma le missioni nelle quali operiamo distano da poche decine a più di 150 chilometri”, continua Brigà. “Tra i nostri progetti più importanti, quello della scuola secondaria che dovrebbe preparare 400 ragazze e ragazzi, così da creare una prospettiva di sviluppo che senza la cultura e la formazione sarebbe vana”. La scuola sorge a 15 chilometri dalla strada principale che attraversa tutta la Tanzania, circondata da piccoli villaggi di gente molto povera. È una grandissima realtà.
I dispensari, ricorda ancora Brigà, vengono utilizzati da persone di religioni diverse e di tutti i ceti sociali, soprattutto dai coloro che non hanno la possibilità di pagarsi l’ospedale. Qui, le donne incinta possono trovare un luogo sicuro dove partorire senza rischiare la vita, assistite da un medico e dalle infermiere.
“Un’altra iniziativa importante riguarda il sostegno agli orfani, moltissimi purtroppo per problemi legati al parto, a malattie e altre ragioni sociali”, prosegue il presiedente del Gruppo missionario Alto Garda e Ledro. “Grazie alle adozioni a distanza, questi piccoli all’interno degli orfanotrofi sono allevati e curati, ricevendo quell’amore e quell’affetto altrimenti loro negato”.
Ora al Gruppo è venuto in mente un nuovo progetto: acquistare qualche capo di bestiame per creare due fattorie per l’allevamento e la produzione di latte e carne. “Riteniamo che quanto si fa per gli altri non sia solo un doveroso atto di solidarietà, ma un’occasione di arricchimento. Ecco perché – conclude Achille Brigà – cerchiamo ogni giorno di perseguire la strada tracciata 30 anni fa, auspicando che questo cammino possa continuare”.
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