Insieme contro la tratta

Quest'anno l’accento è stato posto sui migranti in fuga che sbarcano in Italia e arrivano in Europa

“Ragazze, Dio ha progetti migliori per voi”. Si conclude così lo spot di 30 secondi scritto e interpretato da Michela, in occasione della decima Giornata europea contro la tratta di esseri umani, celebrata il 18 ottobre scorso. Michela, giovane ragazza oggi libera, si rivolge alle ragazze vittima di questa terribile piaga con il desiderio di fare qualcosa per aiutare chi vive l’incubo che lei conosce bene. Michela è ospite in una casa di accoglienza delle Figlie della Carità in Italia, congregazione che da sempre opera in favore di ogni persona in difficoltà e, oggi più che mai, si schiera contro la tratta degli esseri umani. “Ragazze – l’esortazione di Michela – la vostra vita è troppo preziosa. Non permettete che i fatti della vita vi buttino giù e vi facciano iniziare la via della prostituzione”. Lo spot è stato realizzato in italiano e in inglese perché tante ragazze che arrivano in Italia e finiscono nelle nostre strade, non sanno parlare l’italiano.

La Giornata europea contro la tratta ha posto quest’anno l’attenzione sul mondo dei migranti in fuga che sbarcano in Italia e arrivano in Europa. Tra di essi ci sono vittime di guerra, perseguitati per motivi religiosi o politici, scampati a disastri ambientali, ma anche molte vittime di tratta.

Molte le iniziative promosse in Italia, accomunate dall’hashtag #Liberailtuosogno, nome della Campagna lanciata dall’Osservatorio interventi sulla tratta del dipartimento delle pari opportunità per sensibilizzare la popolazione nei confronti di questa attività criminale basata sullo sfruttamento dei più deboli. Il 18 ottobre in molte città che hanno aderito all’evento sono stati lanciati simultaneamente dei palloncini, a simboleggiare i sogni degli esseri umani sfruttati.

Sono migliaia le vittime quotidiane dello sfruttamento: nella prostituzione, ma anche nel lavoro, nell’accattonaggio, nelle economie illegali e nei piccoli reati, fino alle violenze domestiche e all’obbligo ai matrimoni forzati per le donne.

Tra le tante organizzazioni che aiutano queste persone ci sono i gruppi associati al Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) che nel complesso, in un anno, si fanno carico di 4.000 nuclei familiari e 45.000 persone, entrando in contatto con 20.000 famiglie e 153.000 persone.

Anche la Comunità Papa Giovanni XXIII era presente in piazza con i suoi volontari. L’associazione fondata da don Oreste Benzi lavora da oltre 30 anni contro la tratta degli esseri umani, con particolare attenzione allo sfruttamento sessuale (il 53% delle vittime di tratta finisce nelle maglie della prostituzione, e di queste circa un terzo sono minori). Lo scorso luglio l'associazione ha lanciato la campagna “Questo è il mio corpo” per la liberazione delle vittime della tratta a scopo di prostituzione. “Siamo consapevoli che è una lotta difficile e che ha bisogno di cambiamenti forti — ha affermato Giovanni Paolo Ramonda, presidente della comunità —. Ecco perché stiamo chiedendo al Parlamento e al Governo di varare una legge che segua il modello nordico, e che preveda sanzioni per il cliente. Solo in questo modo si può colpire la domanda”.

Il 26-27 ottobre in Vaticano si terrà un incontro del “Gruppo Santa Marta”, che riunisce ecclesiastici e rappresentanti di forze di polizia di 30 Paesi, per discutere sulle strategie sulle vittime per combattere il traffico di esseri umani.

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