I promotori lamentano il mancato sostegno pubblico. diverse sono le cause che andrebbero analizzate anche per altre zone del Trentino
“Il biodistretto è un’area geografica nella quale è preponderante la presenza di superfici agricole condotte con metodo biologico e nelle quali agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, partendo proprio dal modello biologico. Nel biodistretto la promozione dei prodotti biologici si coniuga indissolubilmente con la promozione del territorio e delle sue peculiarità. Con la nascita di un biodistretto vengono messe in rete le risorse naturali, culturali, produttive di un territorio che vengono valorizzate da politiche locali orientate alla salvaguardia dell’ambiente, delle tradizioni e dei saperi locali”.
Interpretando fedelmente questa definizione, i promotori del biodistretto Val di Gresta, sostenuti da politici provinciali e funzionari pubblici, hanno attivato quattro gruppi tematici indicati con le seguenti sigle: Agri (agricoltura), Tour (turismo), Net (rete), Com (comunicazione).
I singoli gruppi dovevano occuparsi di una serie di ricerche, analisi, elaborazione di proposte, progetti di settore pertinenti all’ambito assegnato.
Il materiale raccolto ed elaborato dai gruppi è stato poi analizzato, discusso e tradotto in possibili azioni da avviare e portare avanti con il sostegno della Provincia. Il sostegno finanziario è mancato, quello tecnico e propositivo è stato invece costantemente fornito da Federico Bigaran, direttore dell’ufficio per i prodotti biologici della Pat.
Domenica 9 ottobre nella Casa degli anziani di Ronzo Chienis si è svolto un convegno che aveva lo scopo di tracciare il bilancio di ciò che è stato fatto e di quanto rimane da fare dopo 4 anni. Relatori ufficiali: Loris Cimonetti, presidente dell’associazione e Federico Bigaran.
Il presidente ha detto in sostanza che sono poche le iniziative avviate o concluse, nonostante la buona volontà dei soci e che c’è ancora molto da fare. Si era partiti con grandi progetti. Ha citato la proposta di realizzare una piattaforma per la vendita on-line di prodotti biologici orticoli della Valle di Gresta, ma anche di prodotti, non solo orticoli, di altre zone del Trentino. I tentativi di stabilire rapporti stabili con altri distretti prossimi alla Valle dei Gresta non sono ancora andati a buon fine. Ha denunciato l’assenza di misure di sostegno ai biodistretti nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Ha riconosciuto l’insufficiente coinvolgimento degli abitanti della Valle di Gresta. Ha elencato alcuni impegni per il 2017. Il più importante è l’allestimento sulla strada di Loppio di un parco dei sapori gestito insieme al Comune di Mori per la vendita di prodotti agricoli dei tre ambiti territoriali coinvolti nel biodistretto: Valle di Gresta, Mori e Isera.
L’attività di comunicazione verso l’esterno è stata minima. Il Dr. Bigaran ha poi insistito nella necessità di fare rete non solo all’interno del biodistretto stabilendo rapporti con tutte le categorie di operatori, albergatori e ristoratori in particolare, ma anche con altre zone e/o istituzioni del Trentino.
Ha poi svolto una interessante relazione sulla zootecnia biologica che si potrebbe affiancare con reciproco vantaggio all’orticoltura biologica.
Gli interventi dei partecipanti al convegno, riservato ai sci, hanno ribadito concetti e considerazioni già espresse dai relatori. Ricorrente la lamentela sul mancato sostegno finanziario della Provincia.
Concludiamo il resoconto con alcune considerazioni personali.
La mancanza di finanziamento pubblico durerà forse anche in futuro, ma non deve essere un freno all’attività del biodistretto. Si dovrebbe sostituire il contributo pubblico con l’autofinanziamento. C’è chi sostiene, probabilmente a ragione, che il motore del biodistretto è interesse economico. Chi partecipa vuole un ritorno in denaro. Meglio sarebbe se all’interesse sia abbinasse anche l’apprezzamento del valore ideale delle iniziative e della partecipazione.
Ci rendiamo conto che l’interesse è una categoria mentale radicata nelle persone. Il senso del valore richiede cultura e spirito identitario. Un suggerimento all’assessore provinciale all’agricoltura: organizzi un convegno per esaminare la situazione dei vari biodistretti già avviati o solamente annunciati. Dal confronto potrebbero emergere luci da incentivare e ombre da rimuovere.
Andrebbe chiarito ad esempio che biodistretto e agricoltura biologica sono due cose distinte e se la Provincia intende intervenire economicamente e prima ancora legiferare in merito.
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