Oltre 1400 giovani al PalaTrento per la festa diocesana. Tisi: “Servire non è una sofferenza ma è stare bene, realizza”
“La festa più bella è quella in cui vai e non pretendi di essere tu la festa”. Le parole del vescovo Lauro sembrano riassumere alla perfezione ciò che è stata la festa diocesana degli adolescenti che, giunta all'ottava edizione, ha coinvolto nel pomeriggio e nella serata di sabato 15 ottobre, più di 1400 giovani d tutto il Trentino che hanno saltato, ballato, ascoltato, riso e pianto insieme. Il titolo scelto dal team della Pastorale Giovanile è stato “Dove mi (im)porta”, intonato all'immagine di una barca che simboleggia la nostra vita portata a destreggiarsi nel mondo con la vela però gonfia del vento di ciò che ci importa, di ciò che veramente ci sta cuore.
L'evento, dopo qualche ballo di “riscaldamento”, è entrato subito nel vivo, lanciando il suo messaggio: al centro il vangelo in cui Marco, al capitolo 4, ci racconta l'episodio della tempesta domata da Gesù, esposto
Subito dopo questo forte momento si è celebrata la S. Messa presieduta dal vescovo Lauro, il quale non ha mancato, all'interno della sua omelia, di lanciare alcuni slogan che hanno marchiato il cuore dei giovani: ”Ho avuto come professore un sacerdote che teorizzava il fatto che Gesù non avesse mai riso. Io vi dico che non è così: Gesù era un festaiolo che usava le feste per incontrare la gente “border-line”, per lasciar essere gli altri e per servirli. Perché servire, cari ragazzi, non è una sofferenza, ma è stare bene, è adrenalinico, realizza”. E ancora: “ spete che ormai un affondo ai social network non me lo risparmio: per fare tutto ciò”, ha concluso, “ occorre uscire di casa, vedersi, o meglio, incontrarsi”.
Al termine dell'Eucarestia, conclusasi tra applausi entusiasti, i giovani hanno proceduto repentinamente ad addentare i loro panini, mentre il nostro Arcivescovo ci confidava la gioia provata durante la cerimonia appena conclusa: “Queste ragazze e ragazzi sono persone che mi colpiscono enormemente perché sanno ascoltare, sono attenti mentre parli. Oggi tra gli adolescenti sta decollando in maniera importante il servizio per l'altro, e la cosa mi rende fiero e indica soprattutto un desiderio di Dio che è presente e che mette in moto. Ora noi dobbiamo essere capaci di comunicare Gesù in modo esistenziale perché, se ci riusciamo, questi giovani ci stanno”.
Lascia una recensione