Rapidi mutamenti nell'informazione locale: “L'Adige” è in cerca di un acquirente, il “Corriere del Trentino” è alle prese con i nuovi equilibri all'interno di Rcs Mediagroup
Con l'arrivo dei primi freddi, a metà ottobre, un uccellino sudtirolese è calato a sud di Salorno, fino in Trentino. L'uccellino è quello del marchio aziendale del gruppo editoriale Athesia Druck, che al gruppo Espresso, che detiene attraverso la società Finegil un cospicuo numero di testate locali ben radicate nei rispettivi territori, ha manifestato un interesse più che concreto per l'acquisizione dei quotidiani “Alto Adige” e “Trentino”. La conferma è arrivata da Roma mercoledì 12 ottobre: i vertici del gruppo Espresso hanno comunicato ai cdr (comitati di redazione) del “Trentino” e dell'”Alto Adige” che l’intera quota che il gruppo deteneva della società Seta – Società Editrice Tipografica Atesina Spa, proprietaria delle due testate, è stata ceduta ad Athesia. “Il Gruppo Espresso ringrazia tutto il personale dell'editrice Seta per l'importante lavoro svolto in questi anni e gli augura nuovi successi, secondo la miglior tradizione delle due prestigiose testate”, si legge nel comunicato diffuso dal gruppo nel quale si annuncia il raggiungimento dell'accordo per la cessione, da parte di Finegil, dell'intera partecipazione, pari al 71%, nella Seta Spa. Si rivelano così fondate le voci che si rincorrevano da qualche tempo, rese esplicite, sia pure in forma dubitativa, dalla “Neue Südtiroler Tageszeitung”, quotidiano di lingua tedesca di Bolzano, nell’edizione di martedì 11: “Athesia ubernimmt Alto Adige” (“Athesia acquisisce l’Alto Adige”) il titolo in prima pagina.
Athesia fa shopping in Trentino
Il passaggio di proprietà muta profondamente il panorama editoriale regionale. Il gruppo Athesia fa capo alla famiglia Ebner (amministratore delegato di Athesia è Michl Ebner, imprenditore e politico altoatesino della Sudtiroler Volkspartei, deputato al Parlamento europeo per tre legislature; suo fratello Toni è invece direttore del quotidiano “Dolomiten” edito da Athesia), ma tra gli azionisti vede, oltre a privati cittadini, anche l’Arcidiocesi di Bolzano-Bressanone. Con il “Dolomiten”, che si pone come obiettivo la difesa dell’identità etnico-culturale della popolazione sudtirolese di lingua tedesca e ladina e ha una tiratura media di oltre 50 mila copie, in Alto Adige Athesia opera sostanzialmente in regime di monopolio nel mercato dei media di lingua tedesca (fanno eccezione il citato “Neue Südtiroler Tageszeitung” dell’editore Arnold Tribus e il settimanale “FF” che ha come editore di riferimento la famiglia Amonn). Con la nuova acquisizione, Athesia finisce per controllare anche l’unico quotidiano di lingua italiana dell’Alto Adige, “l’ultimo bastione dell’italianità”, rimpiangono alcuni, e di fatto l’intero mercato pubblicitario altoatesino.
Ma non basta. Il gruppo Athesia farebbe anche parte di una cordata, che include la Fondazione Caritro, che starebbe trattando l’acquisto dell'”Adige”. La proprietà, la Sie – Società Iniziative Editoriali, che fa capo alla famiglia Gelmi di Caporiacco – ha da tempo deciso di vendere quello che è il quotidiano trentino più diffuso. Ad ufficializzare la decisione è stato lo stesso direttore dell'”Adige”, Pierangelo Giovanetti, in un editoriale pubblicato sul numero di domenica 2 ottobre, nel quale Giovanetti rimarcava la necessità dell’“attenzione della comunità trentina su quanto sta avvenendo”, ma soprattutto richiamava “la responsabilità per chi è classe dirigente di assumersi l’impegno di far continuare tale voce di democrazia e di territorialità”. Della stessa preoccupazione si è fatto interprete l’11 ottobre l'on. Lorenzo Dellai nel suo blog. Possibile, si è chiesto, che “la comunità trentina assista senza battere un colpo ad una mutazione così forte negli assetti proprietari dei due giornali locali” e di fronte al fatto che “il partner editoriale di controllo del Trentino e dell’Alto Adige pare diventi un gruppo di lingua tedesca di Bolzano”? Il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige, in una nota, osserva che l’organico dei due giornali “è già ora ridotto al minimo con i prepensionamenti dopo l’ultimo stato di crisi” ed esprime preoccupazione per “il monopolio che si creerà soprattutto in Alto Adige, con i due principali giornali di lingua tedesca ed italiana in mano ad un solo editore”.
Costretti a vendere
“L’Adige” in vendita per questioni anagrafiche (così il direttore Giovanetti nell’editoriale citato). ”Alto Adige” e “Trentino” venduti per la necessità della proprietà, il gruppo Espresso-Repubblica, di non superare il tetto del 20% delle tirature a livello nazionale, ma anche il 50% delle copie di quotidiani pubblicati nella medesima area interregionale, imposto dalla legge sull’editoria, la n. 416 del 1981. Una cura dimagrante non scelta, ha dichiarato in più occasioni Monica Mondardini, amministratore delegato del gruppo Espresso (azionista di maggioranza è la Cir di Debenedetti), ma resa necessaria in seguito alla fusione per incorporazione della società Itedi, editrice della “Stampa” di Torino e del “Secolo XIX” di Genova (azionisti Exor della famiglia Agnelli e Perrone). Un’operazione che darà vita nei primi mesi del 2017 a un gruppo da 750 milioni di euro, 800 mila copie di diffusione e 5,8 milioni di lettori. Sono finite così sul mercato alcune storiche testate del gruppo Finegil. Dopo la cessione dei quotidiani “Il Centro” di Pescara e “La Città” di Salerno, è toccato al “Trentino” e all’”Alto Adige” passare di mano.
L’accordo è arrivato relativamente in tempi rapidi, dopo che da mesi i vertici dell’Espresso aspettavano che i soci di minoranza della Seta, Isa – Istituto Atesino di Sviluppo Spa – in testa, trovassero nuovi partner interessati ad acquistare le loro azioni.
Isa della Seta Spa ha una quota del 16%; ma conta anche diverse altre partecipazioni nel settore dei media: c’è il quotidiano “Avvenire” (Nuova Editoriale Italiana spa, 3,78% la partecipazione di Isa), il settimanale “Vita” (Società Editoriale Vita Spa, 2,42%), la società del settore delle Tlc Ids&Unitelm (7%). E qualche ragionamento in viale Adriano Olivetti, nel nuovo quartiere delle Albere dove la holding ha sede, è stato fatto, rinfrescando ipotesi già affiorate in passato di un possibile coinvolgimento di altre società editrici. Ma la cosa non ha avuto seguito.
Scenari in evoluzione
Definita la situazione proprietaria del “Trentino” e dell’”Alto Adige” (ma resta da capire che faranno gli azionisti di minoranza, in primis Isa, col suo 16% di Seta Spa), l’attenzione torna a concentrarsi sull’”Adige”, che rimane in vendita, e sul “Corriere del Trentino”, alle prese con i nuovi equilibri all’interno di Rcs Mediagroup (il 3 ottobre il cda di Rcs ha affidato al neo presidente Urbano Cairo anche la carica di amministratore delegato).
“La proprietà dell’Adige è rappresentata da un editore che ha garantito al giornale autonomia, indipendenza, libertà nel suo essere espressione dell’opinione pubblica, anche nelle questioni politiche ed economiche più delicate”, osserva Francesco Terreri del cdr dell’”Adige”. “E’ un patrimonio che noi vorremmo venisse salvaguardato ad ogni costo, quale che sia l’eventuale nuovo editore”.
“Il ‘Corriere’ senza le sue testate locali non sarebbe un quotidiano nazionale capace di parlare all’intero paese, ce lo ha ribadito il direttore Fontana proprio recentemente”, osserva il direttore del “Corriere del Trentino”, Enrico Franco. “Non sappiamo ancora quali siano le strategie del nuovo editore nel merito del radicamento locale. Nelle prime dichiarazioni Cairo ha più volte detto che crede molto nella carta stampata, che punta a razionalizzare i costi, ma anche che ha intenzione di investire nel prodotto”.
I tre tenori: da polifonia a monodia?
Nelle stesse ore in cui giungevano in porto trattative destinate a modificare radicalmente il panorama informativo in Trentino – Alto Adige e a sollevare interrogativi pesanti (“L'informazione locale ne uscirà indebolita, perderà in indipendenza?”, “Si perderanno posti di lavoro, tra i giornalisti, e non solo?”, “Si saranno saziati gli appetiti di Athesia?”), per singolare coincidenza i tre direttori dei quotidiani locali – Pierangelo Giovanetti dell'”Adige”, Alberto Faustini del “Trentino” e dell'”Alto Adige”, Enrico Franco del “Corriere del Trentino – nella sede del Rotary di Rovereto rivendicavano il ruolo della carta stampata (“bussola per capire i fatti”), e ne esaltavano la vitalità (”l’informazione di qualità ci sarà sempre, anche su carta”) a dispetto dell’ulteriore crollo in agosto delle copie vendute (-430mila, -10,6% su base annua) e del fatturato pubblicitario (-4,7%) – e di conseguenza delle entrate degli editori – certificato dall’Ads (Accertamenti Diffusione Stampa). E lo facevano con una polifonia di voci che ha portato il presidente del Rotary di Rovereto, Ruffo Wolf, a presentarli come “i tre tenori”. Un paragone azzeccato, se si pensa alla polifonia di voci rappresentata dai tre quotidiani locali. Una pluralità di suoni che non si vorrebbe ridotta a una piatta monodia.
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