Nuovi mercati per l’ortofrutta

Per poter continuare a vendere con profitto le mele che in Europa e nel Nord Africa incontrano difficoltà, le Op del Trentino – Alto Adige puntano sui mercati asiatici. Molti e di varia natura gli ostacoli

Il consumo di mele è in netto regresso in Europa, mentre in Asia la domanda è in crescita. Con questa affermazione si apre la relazione intitolata “Il mercato asiatico delle mele” tenuta a metà gennaio di quest’anno da Silvio Ermini a Bolzano nel’ambito della Giornata frutticola. Testo, tabelle, grafici e foto sono pubblicati nel numero 2, marzo/aprile 2016 di “Frutta e vite”, rivista specializzata del Centro di consulenza dell’Alto Adige.

“Il mercato asiatico – esordisce il relatore – è costituito da ben 4,4 miliardi di persone con aspettative diverse. Finora i prodotti altoatesini hanno raggiunto i mercati del lontano Oriente solo con piccoli volumi. In Asia e nello specifico in ben 51 paesi vive quasi il 60% della popolazione mondiale”. Nel dettaglio Silvio Ermini prende in considerazione i seguenti Paesi: Cina, Hongkong, India, Malesia, Singapore, Cambogia, Taiwan, Indonesia, Tailandia, Filippine, medio e vicino Oriente. Ermini è considerato pioniere dell’esportazione di frutta fresca in Russia, medio Oriente e Asia. Dal 1995 collabora con Vanguard International, società leader nella fornitura di frutta fresca verso l’Asia. Nel dettaglio il relatore sviluppa l’argomento secondo due linee guida: le varietà di mele e i singoli mercati con relative esigenze e potenzialità recettive. Le varietà prese in esame sono: Fuji, Gala, Golden delicious, Granny Smith e Red delicious che si coltivano nella nostra regione.

Nei profili dedicati ai singoli paesi figurano anche varietà di altri continenti e in particolare le varietà Club protette da brevetto. Alcune si producono anche in Trentino Alto Adige.

Le premesse per un cambiamento, seppure graduale, dei paesi di destinazione delle mele della nostra regione nella quale si produce l’80% delle mele italiane non mancano. Interanazionalizzazione e nuovi mercati: il tema è stato ripreso a metà settembre da Gerhard Dichgans, direttore di VOG (Alto Adige). “Ci siamo specializzati nell’assortimento delle varietà pensando alle aree che volevamo servire, ha detto in una intervista rilasciata al quotidiano ON-line Fresh Plaza del 19 settembre 2016. In prospettiva, sotto la voce “aree che vorremo servire” rientra il sud est Asiatico. Già siamo in Malesia, a Singapore e a Hongkong, ma ci interessano anche Cina, Vietnam e Tailandia, mercati che ci sono preclusi e dove mancano ancora accordi bilaterali tra paese e paese”.

In un’altra intervista rilasciata il 20 settembre allo stesso quotidiano Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela, riprende l’argomento e spiega quali sono le difficoltà reali che impediscono o rallentano l’accesso delle mele italiane e del Trentino Alto Adige nei mercati dell’estremo Oriente.

Le barriere fitosanitarie costituite da controlli e limiti e i paesi importatori impongono all’entrata di ortofrutta, allo scopo, talora solo pretestuoso, di impedire l’ingresso di nuovi insetti e malattie, si possono con il tempo superare. Il vero problema nello stabilire accordi bilaterali (Stato-Stato) è di tipo organizzativo e burocratico. Rispetto all’Italia, dice Dalpiaz, altri a pesi sono bene organizzati; un esempio è la Polonia che per sbloccare il mercato cinese ha impiegato appena otto mesi, mentre l’Italia nelle trattative con lo stesso paese è ferma a marzo 2015. Noi italiani abbiamo un’ ottima esperienza, ma scarsa capacità di coordinarci. Ci sono poche persone esperte per far fronte ai molti problemi da affrontare. C’è poi il tema del frazionamento delle competenze. Sono quattro i Ministeri coinvolti: Agricoltura, Salute, Esteri e Sviluppo economico. E’ sufficiente che una carta si blocchi in un ufficio per far arenare la trattativa.

Una possibile via di uscita: l’Unione europea tratti per tutti i paesi aderenti che producono mele od altri prodotti ortofrutticoli con il paese potenziale importatore. Una volta spianata la strada subentreranno i paesi interessati nel portare avanti l’ingresso nel nuovo mercato.

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