E i carabinieri aiutano a “smontare il bullo”

Dal Comando di Trento un opuscolo in tutte le scuole per sensibilizzare gli studenti e i genitori. “Nel dubbio, chiamateci!”

Ha destato una certa attesa venerdì scorso la conferenza stampa convocata dai carabinieri a Trento, nel giorno in cui i giornali riportavano un episodio di bullismo su un autobus cittadino. “Non abbiamo avuto segnalazioni, la nostra iniziativa parte da lontano – ha spiegato il colonnello Stefano Lupi – perchè a Trento non possiamo per ora parlare di emergenza bullismo. Ma è certo che non ci sono denunce quando si tratta di fatti di scarsa rilevanza”. Di qui la presentazione della campagna antibullismo, che rientra in quella campagna preventiva che ha portato gli esperti dell'Arma in oltre 140 classi lo scorso anno, ma che si propone soprattutto un'azione di sensibilizzazione culturale d'intesa con il Dipartimento della Conoscenza della PAT: “Non c'è dubbio che contro il bullismo serva unire le forze – ha sottolineato la responsabile del progetto provinciale Nicoletta Zanetti – per questo abbiamo insistito su un patto di corresponsabilità fra scuola, famiglia e forze dell'ordine“.

Ed il titolo “Il bullo! Assieme lo possiamo smontare” apre l'opuscolo presentato in via Barbacovi dal Comando provinciale carabinieri di Trento e presto diffuso in tutte le scuole e in tanti ambienti giovanili. Chiarisce chi sono i protagonisti degli atti di bullismo: dai complici, alle vittime, agli osservatori esterni.

Perchè – abbiamo chiesto al tenente colonnello Giovanni Cuccurullo, curatore del deplinat – affermate che il bullismo è un fenomeno di gruppo?

Perchè vediamo che comunque finisce per coinvolgere – attorno al bullo dominante – quasi tutti i soggetti che si relazionano con lui: alcuni sostenendo il bullo, altri difendendo la vittima, altri mantenendosi neutrali.

Qual è il principale consiglio ai genitori?

Di parlare con i ragazzi e cercare dei momenti di confronto. Abituarli al confronto. Spesso non c'è il tempo perchè i genitori sono impegnati al lavoro o i ragazzi nelle attività extrascolastiche, ma in famiglia non dovrenne mancare la determinazione a favorire quelle occasioni in cui ci si ferma a parlare delle proprie cose, a raccontarsi semplicemente quanto si è fatto durante la giornata. Questo scambio informale consente di percepire dei cambiamenti, dei segnali, degli atteggiamenti particolari nei figli.

E agli studenti cosa consigliate?

Diciamo loro che tutti i problemi hanno almeno una soluzione e quindi c'è sempre qualcuno che ti può aiutare a trovare quella migliore. Li invitiamo poi a non cedere alle provocazioni perchè il bullismo non si vince con la violenza ma col buon senso. Poi raccomandiamo di parlarne con gli adulti e non dimenticare che il bullo interpretano la sofferenza che riesce a provocare nell'altro come un segno di potere.

Un consiglio pratico?

Scrivere sul proprio diario, quando si subiscono delle prepotenze. Servirà per mettere in fila i singoli episodi.

Cosa s'intende per bullismo rosa?

E' quello esercitato fra le ragazze, spesso di natura più psicologica e centrato proprio sulle relazioni che stanno loro a cuore.

Quando rivolgersi ai carabinieri?

Ci siamo, basta chiamare anche nel dubbio il numero 112. Non vorremmo però essere considerati solo in fase sanzionatoria. Ci siamo anche per valutare insieme le situazioni e aiutare le famiglie.

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