Questuanti banditi e puniti con multe salate e persino col carcere. Caritas Vienna: “Combattere la povertà anziché i poveri”. Anche da Merano giungono note stonate
St. Pölten / Merano – Torna d’attualità nelle regioni austriache il tema dei mendicanti. In alcuni Länder vigono divieti di vario genere. Ora anche l’Austria Inferiore ha riformato la legge di polizia in modo tale da consentire ai comuni l’emissione di ordinanze che impediscano di chiedere l’elemosina in determinate zone (divieto territoriale) e questo in qualsiasi forma. Finora la legge vietava solo l’accattonaggio aggressivo e molesto. Ora anche coloro che praticano la questua in modo silenzioso e innocuo potranno essere banditi e puniti con multe salate e persino col carcere. L’iniziativa parte dal sindaco di Wiener Neustadt, Klaus Schneeberger (appartenente alla cattolica Volkspartei), e dal consigliere regionale Tillmann Fuchs (indipendente).
Un “appello alla ragione” arriva dalla Caritas di Vienna. Il segretario generale Klaus Schwertner – intervistato dall’agenzia Kathpress – sottolinea come sia necessario combattere la povertà anziché i poveri. Con i vari divieti si ottiene l’unico risultato di criminalizzare persone in situazione di bisogno.
Anche da Merano giungono note stonate. Proprio mentre il Comune lancia la campagna di iniziative per celebrare i 700 anni dell’approvazione del primo ordinamento cittadino (1317) all’insegna della “cultura dell’ospitalità”, le Terme della località turistica affiggono cartelli trilingui in cui si dice: “Il Comune di Merano ha imposto il divieto di elemosina. Vi preghiamo pertanto di far pervenire le vostre offerte alle associazioni caritatevoli riconosciute, le quali provvedono al sostegno delle persone bisognose”.
Al momento non si registrano reazioni pubbliche da parte del Comune. La circostanza è difficilmente spiegabile, dal momento che se è vero che il regolamento di polizia comunale di Merano impone una serie di limiti al cosiddetto “accattonaggio” (peraltro normalmente disattesi), non esiste né può esistere un “divieto di elemosina” generalizzato. Il “sostegno delle persone bisognose” invece, quello sì, ricade almeno in parte nelle competenze dei comuni. Non risulta infine che esistano “associazioni caritatevoli riconosciute” disposte ad incassare offerte al posto dei mendicanti o ad entrare con essi in una qualche forma di concorrenza. Ironia della sorte: proprio le Terme si apprestano a ricevere dal Comune un obolo di 2,5 milioni di euro (per “ampliamento zona relax”).
Forte e chiara invece la reazione del sindaco di St. Pölten Matthias Stadler (socialdemocratico): un divieto generalizzato di chiedere l’elemosina, dice, è in contrasto con la convenzione dei diritti umani. Nel capoluogo del Land, afferma, non ci sarà nessuna limitazione territoriale che comporterebbe solamente lo spostamento dei mendicanti in altri quartieri. Senza senso, secondo il borgomastro, anche un eventuale divieto per tutta la città.
Pochi mesi fa era stato l’arcivescovo di Salisburgo, Franz Lackner, a dichiarare che “chiedere l’elemosina è un diritto umano”, chiedendo al Comune di ritirare l’ordinanza con cui il Consiglio comunale (grazie ai voti di socialdemocratici, popolari e liberalnazionali) voleva estendere il divieto di “tendere la mano”.
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