L'opera provocò a suo tempo l'indignazione del clero e l'ostilità del pubblico, incapace di comprendere un'interpretazione forse troppo 'moderna' del tema sacro
Senza dubbio si tratta di una delle opere più importanti, originali e discusse dell'arte sacra trentina del Novecento: la Via Crucis che Othmar Winkler (Brunico 1907 – Trento 1999) scolpì nel 1952 per la chiesa di Maria Bambina di Trento. Si trattò di una commissione molto travagliata. Assai amareggiato dalle critiche, il Maestro abbandonò per sempre l’arte sacra e il legno per farsi scultore in bronzo di soggetti mitologici o profani. A distanza di dieci anni dalla mostra “Tra cielo e terra. L'arte sacra lignea di Othmar Winkler 1928-1957”, il Museo Diocesano Tridentino torna ad occuparsi di un artista oggi molto apprezzato e riconosciuto, ma all’epoca soprattutto contestato, in particolare per certe sue interpretazioni della sacralità. All'inaugurazione, venerdì 16 settembre (ore 17.30 presso il Museo Diocesano Tridentino), è atteso un intervento del filosofo don Marcello Farina.
Il percorso della mostra “Ascolto la vita. Scolpisco ciò che sento. La Via Crucis di Othmar Winkler per la chiesa di Maria Bambina a Trento”, si compone di tutte le 16 stazioni (due in più – il Prologo e l'Epilogo – rispetto alle consuete 14), e già questa scelta dell'artista fu fonte di indignazione da parte del clero e di ostilità nel pubblico.
Ma non era solo questo. Basta guardare l'opera con gli occhi di oggi per rendersi conto di quanto essa sia in sintonia con il contemporaneo sia per la simbologia che utilizza, sia per i temi che tratta. Risulta comprensibile che agli inizi degli anni Cinquanta (in piena Guerra Fredda, dieci anni prima del Concilio Vaticano II, papa Pio XII Pacelli, Mario Scelba ministro per l’Interno, due anni dopo l’emissione del decreto di scomunica per coloro i quali professavano la dottrina comunista…) una simile interpretazione potesse destare interrogativi e persino una certa ostilità. L'opera, profondamente segnata dalle contraddizioni e dalle angosce dell'uomo contemporaneo, metteva in primo piano, infatti, un universo molto distante da quello che era al centro del pensiero ecclesiastico di allora. Precorreva i tempi sia dal punto di vista politico e sociologico che da quello artistico: quello posto in essere da Winkler era di rottura, molto distante dalla 'bellezza' ripetitiva ma rassicurante della produzione sacra del tempo.
Il complesso edilizio che da 120 anni ospitava le “Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa”, dette di Maria Bambina, in via Borsieri, è stato recentemente acquistato dalla Provincia autonoma di Trento. Gli arredi liturgici della chiesa sono stati trasferiti in altri luoghi di culto. Tra i beni custoditi provvisoriamente dal Diocesano c'è appunto la Via Crucis. Ecco il nascere di questa mostra, allestita al Museo Diocesano Tridentino, Piazza del Duomo, 18, Trento, dal 16 settembre al 14 novembre, con i seguenti orari: dal lunedì al sabato (chiuso il martedì e il 1° novembre) ore 9.30-12.30 e 14-17.30; domenica ore 10-13 e 14-18. Ingresso 3 €. Visite guidate la domenica alle 16 nei giorni: 18 settembre, 2 e 16 ottobre, 6 novembre.
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