L’Arcivescovo di Trento ha ascoltato accanto alle figlie dello statista la lectio su De Gasperi del presidente Mattarella (con il quale si è intrattenuto, a sinistra nella foto Rensi) rilasciando poi ai giornalisti un commento personale: “Nella figura di De Gasperi – ha detto mons. Tisi – quello che mi colpisce è il contatto fra le parole, i gesti e la persona. Io sono convinto che adesso abbiamo bisogno soprattutto di questo; cioè di persone che abitano le parole che dicono, di persone che sanno osare anche non aspettando sempre di avere il consenso di tutti, che sanno rischiare, che hanno anche il coraggio di pagare”.
Il giorno dopo, nell'omelia per la Messa di suffragio nell'anniversario della morte a Borgo Valsugana ha definito De Gasperi “uomo delle beatitudini” illustrando questi tre aspetti della sua fede.
“La fede del marito e del papà Alcide, nutrita dalla tenerezza dei gesti e delle attenzioni quotidiane per la sua sposa e le sue figlie, vere priorità del suo carico indicibile di responsabilità.
La fede del politico De Gasperi, cresciuta, fin dai primi passi della sua esperienza a servizio della sua comunità di origine, nella necessità di ricercare il bene comune, prima degli interessi di bottega.
La fede dello statista Alcide De Gasperi, costruttore di una Repubblica e di un’Europa basate su quella prospettiva altamente evangelica che è la speranza, unica virtù, anche in politica, capace di mettere a fuoco un orizzonte lontano e non limitarsi a fissare il proprio confine ravvicinato.
Ricordare De Gasperi significa rilanciare anche in questa occasione il modello di una fede adulta, perché mai stanca di cercare faticosamente la verità. Mai arrendevole. Nemmeno di fronte alla gerarchia. Ma, proprio per questo, indizio certo del suo amore per la Chiesa di Cristo, perché prova di un amore libero e reale che rifugge ogni piaggeria e adulazione. In questo, De Gasperi è modello di grande modernità: in quest’ora della Chiesa si fa sempre più urgente porre al centro dell’esperienza cristiana il valore della testimonianza di vita che viene prima di ogni distinzione di ruoli e di incarichi ecclesiali.
Cercare la verità ha significato per lui, politicamente, abitare le parole, i gesti, le scelte che troppo spesso ci appaiono svuotati. Lui, con la sua umanità e il suo stile, ci insegna a riempirli di senso e di presenza. E a portare avanti idee grandi anche quando si è avversati, perché, se l’idea a è buona, con la pazienza è destinata ad emergere”.
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