Meeting, l’importanza del “tu”

A Rimini una forte presenza trentina. "Non solo lo stand – sottolinea Michele Menghini – ma anche tanti giovani volontari sono qui per costruire assieme l’evento"

Come è possibile guardare l’altro in modo nuovo, non semplicemente tollerando il diverso, ma intravvedendo e scommettendo sul fatto che “tu” sei e rappresenti una positività ultima di cui “io” necessito per vivere? Sul tema “Tu sei un bene per me” si è svolta dal 19 al 25 agosto la 37a edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, organizzato a Rimini da Comunione e Liberazione. Un luogo di incontro tra persone di fede e culture diverse (quest’anno si sono registrate 800.000 presenze da 70 nazioni), uno spazio nato citto programma di dibattiti e tavole rotonde, ma anche mostre, sport e spettacoli. Con i suoi vari linguaggi, anche quest’anno il Meeting ha messo a tema le grandi emergenze dell’oggi: nei sette giorni di incontri si sono alternati nomi illustri del mondo della politica, dell'economia, della cultura e rappresentanti delle diverse religioni.

Nell’immenso spazio fieristico (oltre 150.000 mq allestiti), anche lo stand dell'Agenzia per la famiglia della Provincia Autonoma di Trento, invitata a partecipare al Meeting visti i temi trattati, tra cui la "famiglia come fattore di marketing turistico e protagonista delle politiche di benessere familiari”. Una palestra di roccia gestita da guide alpine locali e laboratori ludico-scientifici del Muse sono state le principali attrazioni che hanno caratterizzato lo spazio di promozione e conoscenza del territorio trentino. 

Intervistato ai microfoni di radio Trentino inBlu, Michele Menghini, responsabile della Compagnia delle Opere del Trentino Alto Adige, ha sottolineato anche la presenza di tantissimi giovani volontari che, pagandosi vitto e alloggio, ogni anno si spendono con passione per sostenere la manifestazione. 

Tra gli incontri in programma, tante le storie di integrazione e di perdono che hanno testimoniato la concretezza del tema scelto “Tu sei un bene per me”: “Come l’esperienza di un parroco di Milano – ha raccontato Menghini – che ha riscoperto la sua vocazione dopo la nomina a cappellano di un carcere, con i ragazzi detenuti che lo hanno costretto a rimettere in gioco le motivazioni della sua scelta. Un incontro molto seguito è stato quello con la figlia dello statista Aldo Moro, Agnese, che ha parlato di come, dopo il vissuto difficile della sua famiglia, sia rinata grazie al perdono offerto a chi ha ucciso suo padre. L’incontro al Meeting con un’ex brigatista, si è concluso con un bacio sulla fronte di Agnese Moro a questa signora. Grazie e queste testimonianze non è astratto dire che coinvolgersi con l’altro e andare incontro al suo bisogno, può essere un bene anche per me”. 

Definendo “coraggioso” il tema dell’incontro, Papa Francesco – nel Messaggio inviato al vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi – ha ribadito che “di fronte alle minacce alla pace e alla sicurezza dei popoli e delle nazioni, siamo chiamati a prendere coscienza che è anzitutto un’insicurezza esistenziale che ci fa avere paura dell’altro”.

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