Cristiani e musulmani uniti per la pace, contro il terrore. Anche la comunità islamica del Trentino-Alto Adige ha risposto all’appello dei musulmani francesi ed ha partecipato in varie chiese trentine alla Messa domenicale, solidale dopo l’uccisione di un anziano prete in una chiesa di Roeun da parte di due terroristi legati all’Isis martedì scorso. L’imam Abulkheir Breigheche, in particolare, dopo aver visitato la comunità di San Carlo, si è recato domenica sera assieme ad un gruppo di musulmani in Cattedrale a Trento per incontrare mons. Giulio Viviani prima della celebrazione della Messa.
“E' un momento storico – ha detto Viviani. – come storica e drammatica è stata la vicenda di padre Jacques. Sono grato a voi che con la vostra presenza vi dissociate dalla violenza. Permettimi di dire questa sera che noi cristiani, insieme a voi, noi siamo padre Jacques. Assieme a tanti martiri di ogni tempo, insieme a quel Cristo che voi riconoscete come profeta e che per noi è Colui che ha dato la sua vita perché con lui possiamo partecipare alla vita eterna. Questa è la nostra fede”.
Don Giulio ha anche presentato un quadro all'insegna della pace realizzato da un detenuto mussulmano del carcere di Trento.
L'imam Breigheche ha risposto all'indirizzo di saluto: “Ci sentiamo colpiti, offesi, vittime anche noi. Sono qui per esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a tutta la Chiesa. Dio nell'Islam è la Pace. Offendere e aggredire una persona per il Corano è come offendere tuta la comunità. Rifiutiamo nella maniera più assoluta il termine islamico per questo terrorismo. Questo gesto è risultato di un lavoro di decenni per la pace e la fratellanza in Italia, dove la risposta è stata maggiore. Le religioni devono insegnare la pace e la fratellanza. Condivido che siamo tutti padre Jacque”.
“E’ un gesto straordinario, che ci pone, insieme, sulla strada di chi non accetta alcuna violenza nel nome di Dio" aveva commentato alla vigilia l’arcivescovo monsignor Lauro Tisi, in piena sintonia con l'episcopato italiano.
Radio Trentino inBlu ha intervistato il giorno dopo don Andrea Decarli, delegato per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Diocesi di Trento: “Da tempo si diceva l'importanza che la comunità musulmana desse un segno forte di fraternità e di dissociazione da queste terribili linee terroristiche – ha risposto – C'è stato ed è stato un gesto forte per lavorare insieme contro le strumentalizzazioni del nome di Dio. Un gesto che spero possa smuovere le coscienze per costruire prospettive di fraternità”.
Lascia una recensione