“Santa Marta è la donna che accoglie Gesù nella sua casa a Betania. Ed è l'invito che oggi voglio fare a tutti voi". È stato mons. Ivo Muser, venerdì 29 luglio, a celebrare la Messa per i giovani trentini. L'omelia del vescovo di Bolzano- Bressanone, si è incentrata sulle parole di tre Papa, Giovanni Paolo II, Benedetto e Francesco, “che riassumono il significato di questi giorni”.
“'Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte'”, ha detto Wojtyla, presentandosi al mondo. In questo Anno in tutto il mondo, si sono aperte 10 mila Porte Sante, ma quella più importante siamo noi. All'inizio del suo pontificato, Benedetto XVI, ha detto invece che 'Chi sceglie cristo perde nulla e guadagna tutto': noi, quando incontriamo Cristo, non dobbiamo avere paura di perdere qualcosa, di perdere libertà. Infine le parole di Papa Francesco: 'Il nome di Dio è Misericordia'. Dio non è una teoria, è persona. E soltanto una persona è capace di chinarsi, di mettersi nei nostri panni, nei nostri pasticci, di conoscere l'esperienza umana dall'interno con tutte le conseguenze.
Mons. Muser, il suo augurio a questi giovani che tornano nelle loro comunità?
Questi giorni devono essere un incontro. Un incontro tra di noi, ma anche un incontro personale con Gesù. L'ha detto il Papa: il Signore risorto deve essere al centro di queste giornate e deve essere anche il centro della nostra vita personale, accompagnare le nostre scelte. Dio non ci obbliga, ha bisogno di noi, ha bisogno del nostro contributo, della nostra libertà della nostra scelta.
Cosa significa, secondo lei, essere misericordiosi oggi?
Guardando alle nostre forze talvolta ci sembra che non sia possibile. Ma noi cristiani anche nei momenti più tristi, quando incontriamo il terrorismo, la violenza, noi guardiamo a Gesù. Dio stesso si è fatto vittima e ha salvato il mondo non dall'esterno ma dall'interno, proprio per questo guardiamo Gesù in Croce: è questo il compito primordiale della Chiesa, annunciare il crocefisso è il risorto. L'ultima parola spetta a Dio, non alla violenza, non al peccato, non alla guerra. L'ultima parola spetta a Dio, che dal presepio fino alla morte in croce è amore e misericordia.
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