Papa Francesco non è moralista ma nemmeno idealista. Sa che la vita nelle famiglie non è facile e porta degli esempi che sanno di vita normale
L'esortazione apostolica di Papa Francesco, mentre la si legge, lascia la piacevole sensazione di ascoltarla dalla sua voce. Francesco sa parlare alla gente e forse trova più accoglienza e simpatia proprio in chi è fuori dalla Chiesa o ai margini. Io sono tra questi. Amoris laetitia è un testo complesso, articolato ma anche chiaro, scritto con le parole di tutti i giorni. Questo Papa va incontro alla gente, alle famiglie, che guarda senza giudicare e senza rinunciare al suo compito di indicare una meta di santità. Nel campo della morale matrimoniale chi ha condannato e escluso in base a regole e divieti non ha fatto altro che perdere il contatto con la realtà delle coppie e della società. A scanso di equivoci: le regole non sono cambiate. La vita è un valore non negoziabile, il matrimonio è per sempre, gli anticoncezionali non sono ammessi… ma la rivoluzione di Papa Francesco va cercata su un altro piano.
Quando parla dell'apertura degli sposi alla vita non ripete solo che la loro unione è finalizzata alla procreazione. Dice che chi ama non si chiude, espande la propria esistenza, è in un atteggiamento di accoglienza. Papa Francesco non parla solo di figli ma di cosa succede nel cuore delle persone che si amano: diventano migliori, generose, aperte. Chi ama sente che è così.
Non è messa in discussione l'indissolubilità del matrimonio ma Papa Francesco dice che chi è innamorato “non progetta che tale relazione possa essere solo per un periodo di tempo” (AL123). In questo modo entra in sintonia con l'esperienza di chi, amando, desidera condividere tutto con la persona amata e di stare con lei per sempre. Chi ama capisce il “per sempre”.
Questo Papa non è moralista ma nemmeno idealista. Sa che la vita nelle famiglie non è facile e porta degli esempi, presenta situazioni che non si trovano nei libri e sanno di vita normale.
Papa Francesco propone atteggiamenti diversi:
1. LA GRADUALITÀ DEI PERCORSI. Accogliere tutti partendo dalla situazione in cui si trovano, valorizzando il buono e il bello che c'è per indicare una meta ancora più grande di felicità e di autenticità. È l'atteggiamento più efficace in tutte le relazioni di aiuto.
2. LA QUALITÀ DEL DIALOGO. Viene incoraggiata la comunicazione e l'ascolto nella coppia e con i figli. “Permesso, grazie e scusa: tre parole chiave” (AL133). “Chi ama è capace di dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano” (AL99). Le parole ascolto, tenerezza, perdono, misericordia, si incontrano in ogni pagina e dicono il superamento di una logica di condanna e di esclusione.
3. L'ATTENZIONE ALLE PERSONE. Viene affermato in maniera sorprendente il primato della coscienza personale. Gli operatori pastorali sono invitati a usare il buon senso, a capire la fatica e la fragilità, a leggere il contesto anche nelle situazioni che, dal punto di vista dell'insegnamento della Chiesa, non possono essere approvate. Papa Francesco sembra più preoccupato delle eccezioni che delle regole.
4. LA CHIESA NON SIA NEMICA DELLA FELICITÀ. Finalmente si sente dire che la sessualità è un regalo meraviglioso, che l'erotismo è una manifestazione specificamente umana della sessualità. Anche in questo caso c'è una pienezza da raggiungere e una educazione dei sentimenti ma viene affermato, in maniera limpida, che Dio ama la gioia dell'essere umano e ha creato tutto perché possiamo goderne.
Chi cerca cambiamenti nella morale cattolica rimarrà deluso ma la lettura di questa esortazione va nella direzione di cambiare gli atteggiamenti e le sensibilità. Ci sono anche aspetti critici e rigidità che probabilmente riguardano la sfida di questo Papa che cerca di rinnovare la Chiesa senza perderne dei pezzi. Intanto non perdiamo il buono che c'è.
Vinicio Carletti
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