In un momento storico imbarbarito dalla violenza e dal terrorismo, che invoglia a erigere sempre più in alto barriere e mura sia fisiche che culturali, domenica 24 luglio, monsignor Tisi invece ha riaffermato il dovere di accogliere l’altro senza paura delle differenze o di ciò che non è familiare. Non a caso, per celebrare la cerimonia, è stata scelta proprio una casa di riposo, un luogo, cioè, dove quotidianamente si vive la sofferenza, si cerca di dare conforto e ogni giorno si sperimenta la misericordia: il passare dalla Porta Santa, è stato ricordato infatti, non può essere solo un rito. Questo gesto deve essere accompagnato da una pratica delle opere di misericordia indicate dallo stesso Papa Francesco, fra le quali anche l’impegno a visitare gli ammalati e consolare gli afflitti.
Già in occasione della Giornata del malato, l’allora arcivescovo Luigi Bressan aveva aperto Porte Sante in ospedali e luoghi di cura, tra cui una anche all’ospedale Santa Chiara di Trento. «Non c’era bisogno della mia benedizione per dire che questa è una casa santa – ha spiegato mons. Lauro prima di oltrepassare la soglia automatica della struttura residenziale per anziani, recitando la formula benedizionale -. Qui ci sono uomini e donne che si sporcano le mani servendo chi ha più bisogno. Ogni volta che varchiamo questa soglia ci identifichiamo nel buon Samaritano. Gesù Cristo stesso si identifica nei malati».
Giunto poco prima delle 10 al volante della sua auto, il vescovo prima di dare avvio al rito e, quindi, alla Messa, ha voluto salutare la settantina di nonnini, i familiari e i numerosi valligiani che li accompagnavano in un giorno così speciale. Si è fatto spazio tra le fila, e a ognuno ha stretto la mano e detto una parola di conforto. Dopodiché si è rivolto al presidente della centro per anziani Nicola Gallina, al sindaco di Pellizzano Dennis Cova e ai primi cittadini dell’alta Val di Sole, ai rappresentanti del corpo dei vigili del fuoco volontari e degli Alpini di Pellizzano, tutti visibilmente emozionati di poter incontrare il fresco vescovo.
«Mi auguro che qui, in questo luogo – ha affermato monsignor Tisi commentando le letture del Vangelo – si possa costruire un’esperienza di incontro per gli uomini e le donne che devono saper chiedere sempre. Qualche anno fa andava di moda la pubblicità di un orologio e lo slogan recitava “per l’uomo che non deve chiedere mai”. Non c’è niente di più sbagliato. Chi non ha paura di chiedere è un grande. Dio stesso dice di aver bisogno di noi. È tipico di chi ama dire di aver bisogno di qualcuno. È nel chiedere che sta la bellezza della vita».
L’intera mattinata si è svolta con la semplicità e la poca formalità che contraddistingue monsignor Tisi. Breve è stata anche l’omelia perché – ha scherzato il vescovo – «Papa Francesco ci ha raccomandato di non essere troppo lunghi nelle nostre prediche».
La cerimonia giubilare è nata a seguito di una visita di saluto al nuovo vescovo organizzata dal parroco di Pellizzano don Livio Buffa per i propri fedeli al fine di poter vivere appieno il Giubileo della Misericordia. In quell’occasione don Livio aveva invitato monsignor Tisi ad aprire una Porta Santa in Val di Sole. Vi hanno partecipato anche il parroco di Vermiglio don Enrico Pret, altri sacerdoti e famiglie di altri paesi della valle.
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