Mori, il diedro tra procedure e polemiche

Il Comune di Mori, con un’ordinanza firmata dal sindaco Stefano Barozzi, ha integrato il piano di protezione civile comunale con alcune misure che saranno in vigore nel periodo di monitoraggio e demolizione del diedro pericolante che incombe sopra via Teatro. Il testo stabilisce le procedure da seguire nel caso in cui si rendesse necessaria un’evacuazione della popolazione, che al momento non è prevista. Le persone potenzialmente interessate sono 136, residenti in vicolo Zocchel, via Teatro, vicolo Prearua. L’elaborato, redatto dal comando del Corpo dei vigili del fuoco volontari di Mori in collaborazione con la Protezione civile trentina, integra la scheda Rif (rischio idrogeologico frane) del piano di protezione civile comunale. Il provvedimento sarà valido fino all’avvenuta demolizione del diedro, previa realizzazione del vallo tomo.

Nei giorni scorsi, l’Associazione Italia Nostra “per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione” ha duramente criticato la decisione di realizzare il vallo‐tomo (“una muraglia di terra armata, alta come una casa di due‐tre piani e lunga qualche centinaio di metri, a ridosso del centro storico”), che andrebbe a “devastare la campagna terrazzata”: “uno sfregio insopportabile a un bellissimo paesaggio terrazzato, un’opprimente massa a ridosso di uno dei più bei centri storici trentini. Un danno permanente per un pericolo potenziale e temporaneo, visto che la muraglia di terra dovrebbe proteggere dai frammenti che potrebbero cadere a valle durante la demolizione del masso”. “Si stanzia un milione e mezzo di euro e si appalta l’opera – denuncia Italia Nostra – senza un monitoraggio preliminare e senza un’approfondita analisi delle alternative”. E accantonando in ogni modo la partecipazione, senza affrontare cioè il confronto con i residenti, nonostante siano stati gli stessi cittadini a chiedere di essere coinvolti.

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