Una foresta che cresce

Il primo Forum delle associazioni trentine di cooperazione internazionale allo sviluppo conferma la vivacità e la ricchezza dell’esperienza trentina. Che incassa il plauso di Roma

E’ una foresta che cresce, la cooperazione internazionale allo sviluppo “made in Trentino”. Non fa rumore, ma fa. E bene. Tanto da meritarsi il plauso di Laura Frigenti, direttrice generale, da poco più di sei mesi, della neonata Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (vedi riquadro). L’autorevole riconoscimento è arrivato in occasione del primo Forum delle associazioni trentine che si spendono nella solidarietà internazionale, mercoledì 13 luglio nella Sala Belli del palazzo della Provincia in piazza Dante a Trento. Illustrando i principi ispiratori della nuova legge sulla cooperazione internazionale, Frigenti ha chiarito che “il pubblico non è più l’attore principale, ma piuttosto un facilitatore, capace di creare una convergenza tra tutti gli attori, pubblici e privati, coinvolti”. Nella tarda mattinata visitando la Fondazione “Edmund Mach” (Fem) a San Michele all’Adige Frigenti ne ha apprezzato la vocazione internazionale, espressa in progetti di cooperazione – da Timor Est al Mozambico, dalla Costa d’Avorio alla Palestina, dalla Bosnia al Sud America – che puntano ad assicurare un’agricoltura produttiva, ma sostenibile dal punto di vista ambientale, e ha sottolineato l’auspicio del presidente Fem, Andrea Segrè, di fare della Fondazione anche un luogo di formazione permanente a disposizione del mondo della cooperazione internazionale.

“La cooperazione allo sviluppo – ha ribadito l'assessora provinciale alla cooperazione allo sviluppo, Sara Ferrari – non viene più fatta solo dagli attori pubblici e dalle Organizzazioni non governative, ma da una gamma molto più ampia di attori. Il pubblico è così messo in discussione e chiamato a rinnovare le proprie politiche. Anche il Trentino potrà continuare ad essere utile se saprà innovare le politiche pubbliche di settore, fare più sistema, migliorare la qualità dei propri interventi, fare meglio con meno risorse”. E a proposito di risorse, Ferrari ha annunciato lo sblocco della prima tranche dei progetti 2016.

La seconda parte dell'incontro, introdotta da Paolo Tonelli, presidente da appena un mese del Centro per la Formazione alla solidarietà internazionale, ha confermato la vivacità delle associazioni trentine, apparse più che disponibili a confrontarsi, a mettersi in discussione, a fare anche qualche passo indietro, se necessario per spiccare, insieme, un balzo capace di arrivare più lontano, come richiesto dalle nuove linee guida per la cooperazione internazionale allo sviluppo richiamate da Raffaele Farella, fresco dirigente del Servizio attività internazionali della Pat.

Voleva essere uno spazio di confronto, oltre che tra le associazioni, con la Provincia Autonoma di Trento, con il governo, questo primo Forum. E l'obiettivo è stato raggiunto. Ma ha soprattutto rappresentato un'occasione di condivisione di esperienze, di saperi, e uno spazio per raccogliere e presentare proposte e stimoli per la politica pubblica del settore. “Abbiamo voluto osservare con sguardo critico gli scenari internazionali della cooperazione allo sviluppo – chiosa Paulo Lima, rappresentante delle associazioni nel direttivo del Centro per la Formazione alla solidarietà internazionale. – Ma soprattutto verificare un metodo di lavoro per il Forum stesso, che dovrà sapersi aprire al mondo profit, senza perdere l'identità e la ricchezza delle associazioni”. Lo chiede la nuova legge sulla cooperazione internazionale, ma più di tutto lo esige il mutato quadro mondiale. Il dibattito è appena iniziato.

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