Percorsi di studio e occasioni di lavoro per i migranti: prime esperienze in Trentino
Quasi tremila morti in soli sei mesi, mille in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A lanciare l’allarme sulla strage silenziosa nel Mediterraneo è l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim). La chiusura della rotta balcanica non basta da sola a spiegare l’impennata nel numero dei morti. Una delle spiegazioni, secondo l’Oim, è legata alla tipologia delle imbarcazioni utilizzate: i trafficanti di esseri umani hanno ricominciato a usare vecchi pescherecci, oltre ai gommoni, caricati all’inverosimile per far partire più persone possibile. Attenzione, però: non siamo di fronte ad un’invasione. Le cifre sono pressoché stabili, dice il XXV Rapporto immigrazione di Caritas italiana e Fondazione Migrantes, con una crescita annuale di 11 mila immigrati nel 2015 e i primi cali di presenze – nel Nord Est, nelle Marche e in Umbria -, a causa della crisi economica. Siamo di fronte a un fenomeno strutturale di fronte al quale isterismi e chiusure non servono. Lo ha ricordato Papa Francesco domenica 10 luglio all’Angelus con un monito pesante: “Dio e il nostro prossimo è anche nel migrante che vogliamo cacciare”.
In Trentino sono 1.207 i migranti accolti finora. Entro la fine dell'estate potrebbero arrivare altri 500 profughi. La Provincia Autonoma di Trento, di fronte allo sbilanciamento delle presenze su Trento e Rovereto, ha rivolto attraverso il presidente Ugo Rossi e l'assessore competente Luca Zeni un appello alla collaborazione, che Comuni e Comunità di valle hanno raccolto. E' il caso di Pergine Valsugana, dove sono ospitati una ventina di richiedenti asilo e dove il Comune si rivolge ora alla solidarietà dei cittadini, affinché mettano a disposizione alloggi privati.
L'integrazione sociale dei migranti passa anche attraverso lo studio e il lavoro. Vanno in questa direzione l'iniziativa dell'Università di Trento, che attraverso un protocollo d'intesa con la Provincia darà la possibilità di riprendere gli studi a chi ha dovuto fuggire dal suo Paese a causa della guerra o a motivo di persecuzione, e un nuovo progetto che fa perno sul sistema dei lavori socialmente utili.
L'Università di Trento su indicazione del Cinformi ha selezionato due rifugiati e tre richiedenti asilo che potranno affrontare i test di ammissione per iniziare il percorso verso la laurea. “L'Università – afferma il rettore Paolo Collini – è impegnata a premiare il merito anche di chi fugge dalla guerra e da altre situazioni drammatiche. Ci sta a cuore dare il nostro contributo per una loro migliore integrazione e realizzazione personale e professionale a beneficio anche del territorio".
L'altro progetto vuole offrire ulteriori opportunità di integrazione ai migranti e richiedenti asilo attraverso l'inserimento nei lavori socialmente utili.
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