L’Accordo approvato poche settimane fa dalla Consulta provinciale tocca tutti gli aspetti della vita delle persone che vivono in questo territorio
Bolzano – Nelle settimane passate gli assessori della Giunta provinciale altoatesina hanno dato il loro rendiconto di metà legislatura. Tra questi Philipp Achammer, il più giovane nel Consiglio altoatesino, titolare della presidenza Svp e delle deleghe provinciali all’istruzione in lingua tedesca, al diritto allo studio, alla formazione professionale, a cultura e integrazione.
In una realtà come l’Alto Adige la cosiddetta “integrazione” va coniugata con la convivenza tra culture e lingue diverse. Alla conferenza stampa di Achammer era presente Mamadou Gaye, membro della Consulta provinciale per l’integrazione, mediatore interculturale e presidente dell’associazione Porte Aperte / Offene Türen. Nel suo intervento Gaye ha definito l’integrazione un processo che ha una sua complessità. Proprio per questa ragione richiede l’elaborazione di un progetto affinché vi siano per tutti regole riconosciute e condivise.
L’Accordo sull’integrazione, approvato poche settimane fa dalla Consulta provinciale per l’integrazione, tocca tutti gli aspetti della vita delle persone che vivono in Alto Adige, anche naturalmente di coloro che vi sono immigrati. Un aspetto particolarmente importante, secondo Gaye, è rappresentato dalla guida per i responsabili comunali pensata per il settore dell’integrazione ed il sostegno all’apprendimento linguistico. Per la prima volta si considera la migrazione come un fenomeno che non riguarda solamente i migranti, ma anche la popolazione locale. Secondo Gaye in tutto ciò ci sono anche dei nei. Ad esempio lo scarso coinvolgimento delle associazioni degli immigrati nell’elaborazione del documento. Inoltre la tematica dei profughi e la collaborazione con l’Assessorato alle politiche sociali avrebbero dovuto trovare una maggiore considerazione.
Per quanto riguarda il futuro Mamadou Gaye ha dunque auspicato un maggior coinvolgimento dei migranti nei temi che li riguardano direttamente ed una maggiore consapevolezza da parte di tutti che la migrazione è un processo che presuppone la responsabilizzazione sia da parte dei migranti che della popolazione autoctona. “Purtroppo molti pensano che i migranti vivano a carico della mano pubblica”, ha aggiunto Gaye, “ma autorevoli studi affermano che ciò non corrisponde al vero. I migranti versano alla società tasse e contributi in misura maggiore rispetto alle prestazioni sociali che ricevono”.
Un altro aspetto importante è rappresentato, secondo il mediatore interculturale, dall’urgenza che l’Osservatorio contro la discriminazione, insediato presso il Consiglio provinciale, trovi finalmente attuazione ed analogamente che vengano definite le norme di attuazione riguardanti la mediazione interculturale.
Da parte sua l’assessore Achammer ha sottolineato che “l’aggravarsi della discussione pubblica a cui oggi assistiamo in Europa rappresenta un vero e proprio veleno per la convivenza. Per questa ragione la politica deve prendere una posizione chiara e controbattere in maniera chiara tutte le affermazioni che vanno contro la pacifica convivenza”. Uno strumento importante per l’integrazione secondo l’assessore è rappresentato dall’apprendimento linguistico.
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