“L’incontro con il Santo Padre è sempre un evento straordinario, perché Egli sa comunicare la fede in maniera semplice e diretta, sa calare gli insegnamenti del Vangelo nella realtà di tutti i giorni”, spiega padre Holzer, entusiasta di questa esperienza che ha previsto anche la partecipazione alla Messa domenicale e all’Angelus. “Ci ha incoraggiati a lasciar da parte le nostre paure e a proclamare il nostro credo”.
Padre Holzer si sofferma anche sull’importanza del pellegrinaggio, per rafforzare i legami all’interno dell’Unità Pastorale, nel condividere alcuni giorni insieme, come un fatto di confronto, di aggregazione, che possono creare nuove amicizie, perché di solito la vita comune si limita sono al tempo ristretto della messa domenicale.
Il gruppo ha visitato anche Villa Adriana a Tivoli e i Musei Vaticani, la Cappella Sistina, la Basilica di San Pietro e l’omonima piazza, le basiliche di San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. “Il pellegrinaggio è uno dei cardini della spiritualità cristiana”, spiega padre Placido. “Cristo ci viene descritto dai Vangeli come un uomo sempre in cammino, senza nido e senza un luogo certo ove posare il capo. Così anche oggi l’andare in pellegrinaggio serve a ricordarci la provvisorietà e l’impermanenza di ogni cosa. Andare a Roma in questo Anno Santo – prosegue – ha significato per tutti noi rinnovare l’impegno della nostra cattolicità (universalità) e l’appartenenza alla chiesa locale così ben rappresentata nell’abbraccio inaspettato al nostro Arcivescovo. Un evento di grazia che ha avuto forse un solo lato di ombra nella risicata adesione delle nostre comunità”.
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