Viene accolto tra due ali di folla, la Banda Folk suona per lui, il sindaco di Folgaria, Walter Forrer lo abbraccia. Ci sono i gruppi di volontariato, i giovani dello sport, le autorità civili e militari. È una grande festa che interrompe un periodo di “vacanza”, di una comunità che era stata scossa dal trasferimento improvviso avvenuto a gennaio, di don Gabriele Bernardi, un giovane prete che aveva legato in maniera forte con il tessuto sociale di queste terre montane.
Don Giorgio apre i cuori, è un giovane – ha 34 anni – che arriva dopo le esperienze di cappellano a Pergine Valsugana, e la gestione in maniera eccelsa delle parrocchie della Val di Gresta nel decanato di Mori. “Lo salutiamo con molto rammarico, oggi il cuore dei grestani piange”, ha detto la sindaca di quel luogo, Piera Benedetti. Segno che don Cavagna, ordinato sacerdote nel 2007, ha operato bene.
Inizia un nuovo viaggio per questo pastore vestito di saggezza ed umiltà, un viaggio sicuramente difficile in una comunità difficile, un viaggio che rappresenta anche una scommessa emozionante , un punto di partenza per poter costruire, giorno dopo giorno, un percorso di fede. Folgaria si basa su una economia turistica, che in questi ultimi anni ha vissuto dei momenti che hanno scosso l’albero della solidità sociale, le crisi della Cassa Rurale, quella degli impianti di risalita hanno lasciato il segno.
In questi villaggi di montagna il sacerdote, spesso, rappresenta un faro, la Chiesa è un’istituzione che pur nelle bufere ha sempre tenuto la barra dritta. “Il buon pastore deve ricondurre le sue pecore nel recinto della fede, deve allargare i propri orizzonti pensando anche a coloro che vivono ai margini. Il Signore è sempre on-line”, dice don Giorgio.
Il giovane sacerdote guiderà anche le parrocchie di Serrada, Mezzomonte e Guardia e la sua storia si intreccerà inequivocabilmente con quella degli altipiani Cimbri, una simbiosi, che a giudicare dal primo incontro, porterà a crescere l’albero della fede e della speranza. Queste terre solitarie hanno bisogno di una guida che sappia capirle, “governarle”, che le sappia interpretare nella loro dinamica sociale.
Don Giorgio Cavagna sembra essere il pastore giusto per un gregge “bizzarro”. “Buon cammino don Giorgio…”, sintetizza il vicario don Marco Saiani, che accompagna il nuovo sacerdote. Per il consiglio pastorale interviene Gabriele Carpentari, il suo saluto, è stato profondo, privo di polemiche, di somma apertura. L’emozione sul volto del parroco che riceve le chiavi delle parrocchie è evidente, un’emozione che mette a nudo la sensibilità e la bontà della persona. Che Dio lo accompagni.
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