Gli ecomusei, come loro fine precipuo, rispondono alla volontà della comunità locale di valorizzare e sviluppare al meglio il proprio ambiente, di contribuire alla formazione del sentimento d’identità territoriale, di concentrare l’attenzione a storia, cultura, tradizioni locali per sensibilizzare il cittadino e il visitatore attraverso processi di crescita culturale, di messa in rete delle risorse presenti, di attivazione e sviluppo di proposte culturali coordinate e di progetti di valorizzazione.
Pur in difetto di un quadro normativo comunitario strettamente legato alle realtà ecomuseali, il concetto e le definizioni rimandano a riferimenti normativi di notevole spessore: la Convenzione europea per il paesaggio, la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e la Convenzione di Faro, soltanto per citare le più incisive.
Il riconoscimento ufficiale salutato con compiacimento in Valle dei Laghi a fine maggio altro non è che il requisito indispensabile per accedere alle agevolazioni contributive riconosciute ai progetti culturali di ampio respiro. Pratiche di vita quotidiana, saperi artigianali e produzioni tipiche locali che hanno plasmato nel tempo il paesaggio, azioni condivise di sviluppo sostenibile, progetti di ricerca, iniziative culturali e attività didattiche saranno alcuni degli elementi funzionali all’Ecomuseo chiamato a svolgere un ruolo attivo nella comunità locale.
Da due anni la sua sede è fissata presso la struttura occupata dall’Apt e dal Consorzio delle Pro Loco ubicata nella periferia meridionale di Vezzano. Ora, a quasi cinque anni dalla studio di fattibilità curato dalla consulente Annalisa Bonomi e sfociato nel progetto suggerito dalla Comunità di Valle con la consigliera delegata Paola Aldrighetti, l’attenzione è tutta sulla nuova rappresentanza in seno ai sette soci fondatori che, eccezion fatta per la Comunità di valle, vede i comuni vallivi dimezzati nel numero all’indomani dell’istituzione dei comuni unici di Madruzzo e di Vallelaghi.
In Trentino. Ecomusei all’interno di una Rete che in Trentino ne annovera nove compreso quello della Valle dei Laghi, ultimo entrato in ordine di tempo: Argentario, Judicaria, Lagorai, Tesino, Valsugana, Vanoi, Valle del Chiese, Val di Pejo, protesi verso la crescita culturale nonché la conservazione e la trasmissione di saperi e tradizioni come pilastri dello sviluppo socio economico territoriale.
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