Il primato delle famiglie, quelle che “vanno avanti anche se cadono tante volte lungo il cammino” (AL57). Il principio DI realtà supera qualsiasi teoria
Fin da subito è bene sottolineare la grande novità di questa esortazione che il Papa, raccogliendo lo stimolo emerso dai questionari inviati dalle varie comunità ecclesiali e dai commenti dei vescovi presenti al sinodo, rivolge a tutti i credenti affinché tutti guardiamo alle “famiglie” attraverso l’analisi seria e compiuta della realtà contingente. Questo è lo sguardo che deve prevalere, sostiene il Papa in molti passaggi nel documento, rispetto alle elaborazioni teoriche e puramente speculative che emergono nei documenti magisteriali più datati (AL37).
Per questo il documento afferma che “Bisogna smettere di pretendere dalle relazioni interpersonali una perfezione, una purezza di intenzioni e una coerenza che potremo trovare solo nel Regno definitivo” (AL325). Basterebbe questo passaggio del documento a determinare una piccola rivoluzione negli atteggiamenti che abbiamo nei confronti delle famiglie: dovremmo guardare piuttosto alle loro diverse realtà con la fiducia di chi ha “intrapreso un cammino di fedeltà e di reciproca donazione” attraverso “la crescita, il consolidamento e l’approfondimento dell’amore coniugale e familiare” (AL89).
Come ormai sappiamo bene in Italia, e in Trentino, ci si sposa sempre meno e sempre meno in chiesa (46% nel 2014). Addirittura una proiezione lineare un po’ sbrigativa del CENSIS evidenzia come nel 2031 potrebbero non esserci più matrimoni in chiesa. Inoltre, la scelta di abbandono della casa di origine avviene soprattutto per avviare esperienze di libera convivenza. Le coppie che convivono in Italia sono circa un milione (dieci volte la quota di quelle del 1994!) e di queste 641.000 composte da partner che non si sono mai sposati prima e che generano circa il 25% dei figli che questo Paese riceve in dote per il suo futuro.
Negli ultimi anni una corposa letteratura sociologica ha messo in luce le nuove complessità del fenomeno famiglia in tutta la sua urgenza. La costruzione di un “progetto famiglia” si interseca con il precariato, con il desiderio di realizzazione nel mondo del lavoro per entrambi i coniugi, con una rete familiare e parentale sempre più rarefatta e con un impegno per gli anziani crescente. I dati dimostrano che il desiderio di “metter su casa” deve misurarsi con difficoltà crescenti e, in condizioni di “preoccupazione crescente”, la famiglia viene adattata, sospesa, ripensata per poter permettere ai suoi componenti di affrontare le varie sfide (AL38). Il problema più evidente, come ha ricordato recentemente il Vescovo Lauro con la sua lettera di San Vigilio, è l’incapacità di prepararci al futuro e di investire sul lavoro per i giovani per dare loro da subito spazi di prova, per far crescere le loro capacità e la loro rilevanza sociale.
Per tutto quanto appena accennato, il documento merita davvero (più di) una lettura attenta per la ricchezza dei temi e per la capacità di comprendere la famiglia nella sua spesso cruda realtà, come avviene nei punti contenuti al Capitolo 2. A noi come appartenenti alla Comunità ecclesiale il compito di farli risuonare nei cuori, nelle menti e nelle proposte di pastorale.
Alberto Zanutto
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