“Nel lago 50 mila nuovi esemplari”

Il ripopolamento e la salvaguardia della fauna ittica del Basso Sarca e del Lago di Garda può contare su una nuova struttura. È stato inaugurato infatti presso la Centrale di Volta a Dro l’incubatoio per ceppi selvatici di trota lacustre realizzato dall’associazione “Pescatori del Basso Sarca”, forte di oltre 600 soci e guidata da Silvano Tabilio.

Tra novembre e gennaio la trota lacustre del Garda, un po' come avviene per i salmoni nei grandi fiumi nord-americani, risale il fiume Sarca e gli altri affluenti del bacino gardesano per riprodursi. Quando le piogge gonfiano d’acqua i vari torrenti le trote lacustri “fiutano” il richiamo del fiume, abbandonano le placide acque del Garda, e risalgono i corsi d'acqua per deporre le uova: è il fenomeno della migrazione riproduttiva.

“Il nuovo incubatoio facilita la riproduzione della trota lacustre del Garda”, spiega il presidente Tabilio. “Questa specie nel periodo della deposizione delle uova cerca di risalire verso le sorgenti del Sarca. Cerca acque limpide dato che le acque anche minimamente torbide determinano la morte dei pesci più piccoli e deboli”.

Con il nuovo incubatoio si superano le barriere del Sarca che impediscono la risalita, come avviene nei pressi della centrale di Fies, e si evita inoltre che la deposizione delle uova avvenga in acque non idonee. La struttura, realizzata su un terreno concesso in comodato gratuito da Hydro Dolomiti, ha potuto contare sul contributo di Cassa Rurale di Arco, Comunità di Valle Alto Garda e Ledro (uno stanziamento di 30 mila euro) e comune di Dro.

Come spiegato dal presidente Tabilio, alla presenza del sindaco Vittorio Fravezzi e della sua vice Michela Calzà, l’incubatore è stato realizzato con l’assistenza del servizio provinciale foreste e fauna e di Hydro Dolomiti, che ha concesso l’utilizzo di vicina sorgente. “L'incubatoio è alimentato da una sorgente profonda di acqua pura”, precisa Tabilio. “Le trote che risaliranno la Sarca verranno recuperate senza subire traumi, portate in vasche per la deposizione e fecondazione, e allevate per 3 o 4 mesi, prima del loro rilascio e ritorno nel lago di Garda. Quest’anno si prevede la liberazione di quasi 50 mila esemplari, che diverranno 200 mila quando la struttura sarà a regime”.

Un intervento svolto in sinergia con il servizio provinciale foreste e fauna. “L'impianto permetterà di ripristinare l'originaria area di diffusione della trota lacustre nel Basso Sarca, ora limitata alla zona di Fies”, spiega il dirigente del servizio foreste fauna Lorenzo Zanin. “Sarà possibile ridistribuire nell'intero bacino idrografico del Sarca le uova embrionate e gli avannotti delle specie, prodotti nelle vasche del nuovo incubatoio”.

I giovani esemplari di trota lacustre potranno così svilupparsi nel fiume e una volta raggiunto lo stato sub-adulto, ridiscendere verso il lago di Garda. “In questo modo verrà rispettato il naturale ripopolamento del più grande lago italiano, salvaguardando una delle specie ittiche più tipiche e autoctone, garantendo il futuro della pesca sportiva e professionale, e l'immagine turistica del Garda. Un struttura – conclude Zanin – tesa alla conservazione naturale del nostro patrimonio ittico trentino, e resa possibile grazie ai tanti volontari all'associazione Pescatori Basso Sarca, affiancanti dall'assistente forestale Moreno Tacconi”.

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