Le emissioni di sostanze odorigene possono condizionare pesantemente la libera fruizione del territorio, e limitarne le condizioni di vivibilità. Le linee guida approvate dalla Giunta provinciale martedì 14 giugno sono finalizzate a definire una metodica per la caratterizzazione delle emissioni odorigene e del loro impatto sul territorio circostante, con l’obiettivo di ridurre i conflitti fra attività produttive e popolazione consentendone e favorendone la coesistenza. “Il tema è complesso – ha spiegato l'assessore Mauro Gilmozzi – anche perché ogni singolo caso è diverso. Le linee guida vanno proprio nella direzione di definire un metodo chiaro e declinabile per ogni singolo caso. Rovereto sarà il primo banco di prova. Le stesse linee guida potranno essere aggiornate o modificate”.
Il documento definisce i criteri di riferimento per la valutazione di accettabilità del disturbo olfattivo. Essi sono differenziati in base alla destinazione urbanistica, alla distanza dalla sorgente e compresi fra 1 e 4 unità olfattometriche al metro cubo.
Sono state definite distinte procedure a seconda che si tratti di autorizzare nuovi impianti o di risolvere problemi causati da impianti già esistenti. La procedura per i nuovi impianti si riferisce solo a quelli presumibilmente più impattanti e consiste nella presentazione da parte del gestore di uno studio di impatto olfattivo da valutare, per l’eventuale imposizione dei limiti alle emissioni odorigene e di altre prescrizioni. Invece, per gli impianti esistenti, si prevede l’applicazione delle linee guida in via successiva, cioè a fronte di ricorrenti e significative segnalazioni di disturbo olfattivo da parte della popolazione.
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