Il giornalismo grafico si impone per la sua forza comunicativa. Come dimostrano le opere del concorso “60 storie a fumetti”
È espressione creativa che affida a matite e colori la rappresentazione della realtà. È l'arte dei cantastorie e canale visivo che crea un ponte empatico tra la storia disegnata e lo sguardo che segue da una tavola all'altra personaggi, parole, vignette mentre diventano poesia. È la notizia che diventa fumetto.
Il giornalismo grafico è strumento potente di narrazione e forma comunicativa di immediato impatto, tale da immergere subito nella storia illustrata, risultando accessibile ad un ampio pubblico di lettori. Così lo ha descritto Luigi Penasa dello Studio d'Arte Andromeda durante la premiazione delle opere che hanno partecipato al concorso “60 storie a fumetti" svoltasi al Social Store di via Calepina a Trento sabato 11 giugno, offrendo un'interessante riflessione sul linguaggio del fumetto e sulla sua evoluzione recente nel campo del giornalismo.
"Il progetto 60Storie – ha spiegato Francesca Anzi di GTV (Gruppo Trentino Volontariato) – è nato dal desiderio di tre organizzazioni trentine – Consorzio Associazioni con il Mozambico onlus, Associazione Trentino Balcani e Gruppo Trentino di Volontariato onlus -, di valorizzare le esperienze personali di operatori, beneficiari, volontari attraverso uno strumento semplice ma coinvolgente, quello dello storytelling". A partire dal 2013, le storie di cooperazione sono quindi confluite in un blog – 60storie.com – che racconta l'impegno di chi, da più di dieci anni, si dedica a percorsi di solidarietà internazionale in Trentino, in Mozambico, nei Balcani e in Vietnam e poi sono state messe in scena nel 2015 con "I'm not a tourist", spettacolo della compagnia Estroteatro. Ora sono diventate anche protagoniste del concorso a fumetti lanciato a marzo a cui hanno partecipato 32 opere di elevato livello tecnico ed espressivo, come ha sottolineato il presidente della giuria, Giancarlo Alessandrini.
Dieci le opere segnalate per profondità, rielaborazione delle storie, leggerezza ed originalità e tre i vincitori – Anna Formilan, Lorenzo Dalbon e Alessio Lo Manto – che si sono aggiudicati il premio in palio: un viaggio nel territorio da cui proviene la storia a cui si sono ispirati.
"La narrazione disegnata – ha commentato Penasa – permette di entrare subito in empatia con i protagonisti e anche per questo lo strumento del fumetto risulta particolarmente efficace nell'avvicinare alla realtà, ponendosi come mezzo di comunicazione giornalistica che, per ricchezza nella documentazione e cura nelle ricerche effettuate, si può considerare un vero e proprio reportage di cronaca, capace di narrare con sensibilità e ironia anche eventi drammatici".
Con la leggerezza di un tratto di matita si possono perciò raccontare fatti senza nasconderne la gravità, e in un mondo in cui le notizie sono gridate, smentite, dimenticate nel giro di poche ore, questa tecnica permette di rallentare per entrare veramente nella realtà, offrendo un lavoro che è frutto di approfondimento notevole come testimoniano per esempio "Quaderni russi" (Coconino Press, 2011) del fumettista italiano Igort, un reportage disegnato sulla tracce della giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006, "Dall'11 settembre a Barack Obama. La storia contemporanea nei fumetti" (NPE, 2014) del trentino Luigi Siviero, e "Cronache di Gerusalemme" (Lizard, 2012) del canadese Guy Delisle.
"Empatia è la parola-chiave per costruire la cittadinanza solidale globale a cui il nostro lavoro aspira e anche la riflessione suscitata dalle opere dei fumettisti contribuisce a costruire una cultura di pace", ha concluso Anzi prima di lasciare spazio alla premiazione e all'inaugurazione della mostra, che rimarrà aperta al Social Store fino al 24 giugno. Chi la visita potrà esprimere il proprio voto per assegnare il Premio del pubblico.
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