Dal Festival di Trento si guarda all'appuntamento col referendum di ottobre: “Questa è la grande riforma che darà stabilità al Paese”, annuncia la ministra Maria Elena Boschi
L'undicesimo Festival arancione, che ha mostrato quest'anno buone aperture all'economia civile (vedi pag. 6 e 7), si è concluso – forse inevitabilmente – in politica. E' stato il ministro delle Finanze Piercarlo Padoan a ribadire sabato che “la crescita, per essere consolidata, ha bisogno di riforme strutturali”, offrendo un formidabile assist all'ospite “superstar” di domenica Maria Elena Boschi, contestata pacificamente dai Cobas e risparmiata dalle domande istituzionale è la prima grande riforma, sulla quale possiamo appoggiare tutte le altre, a partire da quella elettorale”, ha subito osservato la 35enne ministra per le riforme costituzionale e i rapporti col Parlamento, incalzata dal direttore de L'Adige Pierangelo Giovanetti nel confronto con gli esperti Michele Ainis e Roberto D'Alimonte.
“Attualmente abbiamo un sistema legislativo complicato, lungo e farraginoso – ha spiegato poi col suo tono pacato e sicuro – che non ci permette di rispondere ai bisogni dei cittadine, delle famiglie e delle imprese nei tempi necessari”. Secondo Maria Elena Boschi, grazie al superamento del bicameralismo perfetto (“soltanto altri due Paesi oltre a noi su 47 lo utilizzano ancora un sistema bicamerale”), si arriverà “ad un procedimento legislativo più semplice”. Un'affermazione contestata dai comitati per il no al referendum di ottobre (vedi riquadro), che il ministro motiva così: “Avremo una nuova Camera, che in quasi tutte le materie potrà dire l'ultima parola. Avremo un nuovo Senato, con funzioni diverse, che rappresenterà le regioni, le autonomie e i comuni, e non sarà più legato a rapporti stretti col governo”.
A quanti criticano la riforma varata in primavera perchè insieme all'Italicum (il nuovo sistema elettorale già approvato) porterebbe ad una deriva autorivataria, Boschi risponde: “Non sarà così. Il premio di maggioranza è limitato e non sproporzionato; saranno pur sempre i cittadini a scegliere col loro voto e restano saldi i contropoteri previsti dalla Costituzione nei confronti del goverfno.
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