L’angelo custode nel cyber-futuro

Una Città Intelligente. Controllata dal Centro Digitale Centrale che tutto pianifica, fin dalla più tenera età, rilasciando sostanze dopanti che fanno degli abitanti di questa metropoli del futuro, prossimo o meno che sia, una “tranquilla” comunità dedita al lavoro, alla crescita dei figli (al massimo uno per coppia) in un’atmosfera di concordia e pace senza nessuno scarto, inventiva e accidente. In sintesi senza tutto ciò che fa della comunità umana, la nostra, qualcosa di ben difficilmente programmabile e gestibile, in positivo e in negativo.

“L’Amico Gentile” (Edizioni del Faro del Gruppo editoriale Tangram di Trento, 14 euro) è l’esordio narrativo della giornalista Viviana Lupi, una laurea in scienze naturali a Milano, residenza sulle sponde trentine del lago di Garda, anni di articoli scientifici e di ufficio stampa per la Fondazione Bruno Kessler. Un romanzo di fantascienza, che senz’altro prende spunto da tanti panorami futuri che la letteratura e il cinema hanno proposto nel corso degli anni, che ha per protagonisti principali alcuni bambini (e a dire il vero pure qualche adulto) in una serie di storie intrecciate, concatenate attraverso un montaggio alternato che poi troverà il suo “incontro” e sintesi nelle ultime pagine. Duecento pagine che certo risentono degli interessi professionali dell’autrice, a contatto quotidiano com’è con le frontiere della ricerca, dell’information technology e delle nanotecnologie. Dove reale e virtuale sono quasi un tutt’uno e “L’Amico Gentile”, sorta di angelo custode personale che risolve e consiglia per il “meglio” sotto la cappa di questa “Citta Intelligente” che altro non è cheuna dittatura (di cui gli abitanti sono inconsapevoli ma che ai nostri occhi appare chiara) protetta da grandi cupole che la difendono dal sole e dalla natura, attutendo i colori e i contrasti. Un mondo di “plastica”, ovattato, privo di slanci e fratture.

Fortunatamente c’è anche chi non ci sta, architetta contromosse, attenua l’effetto di farmaci, psicofarmaci e dopanti tranquillizzanti. Conosce i meccanismi per intervenire, per mettere in sonno “L’Amico Gentile”, riscopre i libri, di carta, non demonizzando quelli digitali, scopre la natura, quella vera e non i prati sintetici, le “piazzole” dove le famigliole passano la domenica, si innamora, per davvero. Riusciranno i protagonisti a sovvertire, a rivoluzionare un mondo programmato e asettico? Il finale è aperto. Il dubbio rimane. Provarci ne vale comunque la pena.

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