Certificare le competenze anche nel sociale è un bisogno nato dalle associazioni stesse. Venerdì 27 maggio una giornata al Muse
“Volontariato, giovani e lavoro – verso la certificabilità delle competenze dei volontari” è l’evento che avrà luogo venerdì 27 maggio al Muse – Museo delle Scienze di Trento. Include 4 workshop esperienziali (dalle ore 8.45), ideati dai ragazzi che hanno partecipato al progetto ‘Volontariamente Competente’, e un seminario (dalle ore 11.30). L’iniziativa è stata finanziata dalla Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale e da Non Profit Network – CSV Trentino e ha visto collaborare varie realtà per creare una metodologia comune nella certificazione delle competenze dei volontari. A capofila della rete Il Gioco degli Specchi, a cui si sono uniti Centro Astalli, Cooperativa Villa Sant’Ignazio, Liberamente Insieme per Anffas Trentino, La Rete, Muse e CiEffe srl come partner tecnico. Non è abituale vedere enti for e non profit lavorare insieme, per di più su un modello che prevede una valutazione tipica del mondo aziendale e formativo. Ma in questo caso la collaborazione è stata non solo possibile, ma pure fruttuosa.
“L’idea – racconta Marina Pezzi, con Danilo Castelli una delle referenti tecniche del progetto – era di coinvolgere 24 giovani che si stavano avvicinando al volontariato. Per arrivare a ciò, ci siamo prima rivolti anche ad alcuni volontari ‘esperti’ per mappare le competenze trasversali messe in atto in qualsiasi esperienza di volontariato”.
“Ci siamo concentrati sulle competenze trasversali – continua – perché sono un tema più sfidante rispetto a quelle tecniche, facilmente individuabili. Il sociale ha delle caratteristiche particolari, ma allo stesso tempo ha anche delle necessità di ordine organizzativo: per molti aspetti i due mondi non sono così distanti”.
“L’unica difficoltà – aggiunge Danilo Castelli – è stata declinare l’aspetto valutativo. Si valuta per valorizzare, non per discriminare; ma questo è anche il senso di quello che si fa in azienda. C’è da dire che il volontariato mette già in campo iniziative che vanno in questa direzione”.
Lo conferma Andreas Fernandez, responsabile della comunicazione per Non Profit Network – CSV Trentino: “Sono anni che NPN – CSV Trentino investe sull’attivazione e la gestione dei volontari, giovani e meno giovani, e lo fa rispondendo alle esigenze di un mondo del volontariato in continuo cambiamento. Il progetto ha rappresentato un’evoluzione supportata da organizzazioni che si sono unite per realizzare un percorso sperimentale in grado di valorizzare ulteriormente il volontario. Quello che stiamo provando a fare non è solo dimostrare che i volontari portano con sé competenze importanti, sarebbe riduttivo; stiamo sottolineando che i volontari attraverso il loro impegno danno risposte concrete e competenti ad una società che cambia, contribuendo a garantire la coesione sociale”.
Ma se accostiamo il volontariato al lavoro, non corriamo il rischio di perdere l’universo valoriale che lo caratterizza? “C'è sempre la paura di dire ‘se ti do qualcosa indietro, qualsiasi cosa sia, non è più volontariato’ – conferma Castelli – invece non è così; quando faccio un'esperienza di volontariato imparo qualcosa. Se quel qualcosa mi viene riconosciuto magari mi posso spendere di più nel lavoro. Questo non vuol dire che sono stato pagato. Il mondo del lavoro richiede esperienza; i giovani non sempre ne hanno a livello professionale, ma ne acquisiscono in altri contesti. È importante riconoscerselo e poi è importante che qualcun altro, esterno, lo riconosca. In futuro vorremmo sviluppare il progetto, ampliando i partenariati e chiedendo che alcune competenze trasversali vengano certificate: ad esempio, la comunicazione con gli altri, l'organizzazione e la gestione delle attività, lo spirito di iniziativa”. Vale a dire, proprio quelle che saranno approfondite nell’appuntamento al Muse del 27 maggio.
Certificare le competenze anche nel sociale è un bisogno nato dalle associazioni stesse. Come osserva Castelli, CiEffe srl “ha iniziato a collaborare con NPN-CSV Trentino perché le era stato chiesto da un'altra associazione. Poi dall’associazone Il Gioco degli Specchi è emerso il bisogno di strutturarsi in questo ambito: il progetto è nato quindi da queste tre anime. Per dare più strumenti non solo ai volontari, ma anche alle associazioni. Grazie a questo progetto le associazioni più grandi sono riuscite a migliorare strategie che già mettevano in atto, sistematizzandole; associazioni più piccole si sono portate a casa il metodo e le buone pratiche delle altre”.
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