Del recente “caso Brennero” come vicenda emblematica (in negativo) del fenomeno migratorio si è parlato anche nella tre giorni dell'incontro annuale del Consiglio Europeo dei Leaders Religiosi, tenutosi nel seminario di Bressanone dall'11 al 13 maggio. Introdotto dal saluto del vescovo Ivo Muser, l'incontro è stato proposto qui in regione dall'arcivescovo emerito di Trento Luigi Bressan, che è membro del Consiglio ed ha guidato parte dei lavori ai quali ha preso parte una trentina di esponenti di spicco di varie fedi (fra i quali il noto leader Sijh Singor Bhai Mohinder Singh). Sul tema delle migrazioni è stata pubblicata al termine una dichiarazione congiunta in cui si riconosce il dovere delle varie confessioni di prestare attenzioni alle esigenze dei migranti e s'impegnano i governi a creare le condizioni per un'accoglienza “più degna possibile”. “La situazione attuale rappresenta un'opportunità per la comunità europea per dimostrare i vantaggi della collaborazione fra le varie regioni – vi si legge – e per le comunità religiose per mostrare la loro enorme capacità di misericordia, di bontà e di solidarietà”.

Pur riconoscendo talvolta la difficoltà di rispettare i vari aspetti legati alle pratiche e alle identità religiose, il documento richiama il condiviso valore della solidarietà fra gli uomini, tanto più se minori e in condizioni di bisogno: “Allo stesso tempo – precisa il documento – incoraggiamo la comunità umana a lottare per l'obiettivo raggiungibile di creare le condizioni affinchè le persone non siano costrette a lasciare i propri Paesi”.

Il Consiglio europeo dei leader religiosi, che terrà il suo prossimo incontro in Finlandia il prossimo anno, conclude con la consapevolezza che “la cooperazione interculturale e interreligiosa richiede pazienza; a proposito ricordiamo a noi stessi la regola universale: facciamo per gli altri ciò che vorremmo loro facessero per noi”.