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Claudio Cia lascia la Civica Trentina. Lo ha comunicato stamani in una conferenza stampa. Ecco le motivazioni:
Quando ho deciso di contribuire al progetto di fondazione di Civica Trentina l’ho fatto con grande entusiasmo, con la convinzione che fare parte di una lista civica significa innanzitutto aderire a una visione distante da fumosi tatticismi, per essere più aderente ai reali problemi della gente, senza essere prigioniero di unanimismi di gruppo e di bandiera, e men che meno con l’unico obiettivo di arrivare a governare con chi oggi è al potere.
Lascio mio malgrado il gruppo consiliare che ho contribuito a far conoscere, nella consapevolezza di essere l’unico ad aver avuto un percorso integralmente civico; lascio Civica Trentina che per me si sta rivelando un’etichetta, un paravento dietro cui portare avanti la politica che sta tenendo lontana la gente dal voto.
La decisione che ho preso non è stata né semplice né tantomeno avventata, ma il frutto di una miriade di piccoli e grandi episodi che sommati mi hanno portato in modo determinato a capire che il mio percorso politico all’interno della Civica Trentina, a queste condizioni non può continuare.
Dopo il mio ingresso in Consiglio provinciale, ho fatto scelte che ho reso pubbliche perché ritenevo giusto e corretto farlo, rinunciando a rimborsi personali e prendendo le distanze da ulteriori provvedimenti a favore dei Consiglieri regionali, non per populismo ipocrita ma perché questo è il mio modo di essere. Sono così e così intendo rimanere.
Civica Trentina è apparsa sempre più assente su temi di attualità, rendendo impalpabile la sua presenza su importanti vicende come la questione Flor, il caso Baratter o le inchieste che coinvolgono il Presidente Rossi. Ogni mia iniziativa è divenuta sempre più mal sopportata, gli spazi sulla stampa sono diventati motivo d’insofferenza, auspicando una limitazione del mio spazio d’azione. Sul logo di Civica Trentina avevamo indicato come motto “Autonomia e Libertà”: autonomia avrei dovuto averne poca, libertà ancora di meno.
Per il mio operato sono stato ripreso più volte, perché agivo coerentemente con una visione della politica che ha sempre contraddistinto la mia condotta fin da quando ero Consigliere comunale di Trento, tant’è che la gratificazione più grande è sentirmi ripetere dalla gente che
Nonostante i quattro anni trascorsi, Civica Trentina ad oggi non esprime un organo politico che non sia quello di facciata, nonostante questo mi sono sempre attenuto al rispetto della carta valoriale e del programma elettorale, venendo a conoscenza solo incidentalmente di ipotesi di alleanze perarrivare al governo, che minano una credibile azione di opposizione e nelle quali non posso riconoscermi.
Il mio approccio alla politica dà comprensibilmente fastidio, non piace che io lavori come un giocatore in attacco, una “scheggia impazzita” – come sono stato definito -, che rischia di minare progetti finalizzati a costruire scenari di potere politico che nulla hanno a che fare con gli interessi delle persone che onestamente lavorano, studiano e talvolta fanno anche politica per passione. So che agendo in questo modo vado controcorrente al modo di pensare e agire di parecchi politici, non voglio giudicarne il pensiero e ancor meno l’operato, desidero conservare solamente la libertà di essere me stesso, con i miei limiti ma anche con le mie ambizioni, che sono quelle di perseguire il mio percorso con onestà e trasparenza, senza scendere a compromessi pur di mantenere una “poltrona”.
È stato il mio motto in campagna elettorale: “Sono libero di fare politica. Il mio programma sono le persone”. Non ho intenzione di delegare a nessuno il mio pensiero, sono e resto libero.
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