In Trentino non è molto noto, ma da oltre trent’anni le sue opere si trovano in musei e collezioni nazionali e internazionali: Gotthard Bonell traspone nelle sue tele “una montagna ideale”, “reale e trasfigurata, concreta e immaginaria”; tele coinvolgenti, atmosfere piene di vitalità, quasi pulsanti, che offrono una potente e moderna lettura di quello straordinario fatto culturale (e quindi nient’affatto che solo sportivo o solo turistico) rappresentato dalle montagne e dalle cime.
Da apprezzare in pieno, dunque, le due mostre personali allestite a Trento da Gianluigi Rocca e Daniela Ferrari: presso Palazzo Trentini (via Manci 27, fino al 21 maggio, tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 19) e presso lo Spazio delle Arti interno al negozio Centro Color (via dei Paradisi 7, fino al 25 giugno).
Le opere della prima mostra, “Le montagne della luce”, raccontando i monti della sua infanzia fanno emergere in pieno la grande maestria tecnica di Bonell. L’esposizione costituisce il contributo della Presidenza del Consiglio provinciale alla 64ma rassegna del Trento Film Festival e propone, con la potente “voce pittorica” del maestro sudtirolese, una lettura particolarmente intensa della montagna in senso lato attraverso una rappresentazione che non è mai “naturalistica” ma piuttosto fa emergere una calda interpretazione e introspezione del paesaggio.
La seconda rassegna, pur circoscritta, costituisce una sorta di antologica di grande impatto emotivo ove ben si compendia e si esemplifica quello straordinario, abilissimo e sensibilissimo ritrattista e consapevole autore di nature morte evocative che è Bonell: un pittore che, mediante un impiego metaforico dei motivi pittorici, si mostra costantemente interessato a cogliere la verità e trasmettercela ponendo in essere la tensione fra una semantica concreta e un’astrazione non solo formale. Anche i contrasti del non-colore “nero”, che unisce tutti i colori, e la cromaticità del corpo costituiscono un tema costante. I suoi lavori presentano differenti livelli di significato che comportano la possibilità/necessità di una lettura/interpretazione a diversi livelli, naturalistico, simbolico e persino erotico, anche nelle nature morte dove il corpo non viene affatto raffigurato.
Gotthard Bonell nasce in provincia di Bolzano, a Trodena, nel 1953. Dopo aver frequentato l’Istituto d´Arte di Ortisei studia pittura alle Accademie di Belle Arti di Venezia, Milano e Salisburgo ma anche canto (Lieder) al Conservatorio di Bolzano. Fin dalla sua formazione si colloca nella tradizione figurativa sempre presente in Italia, peraltro un figurativismo arricchito di interpretazioni astratte, attraverso quelle che sono state definite metamorfosi della realtà sensibile.
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