Gocce che valgono: l’Avis compie 25 anni

“Goccia che vale” è il titolo della rivista dell'Avis di Pergine, che riassume in modo straordinario le finalità e l'attività di questi grandissimi, autentici donatori, la cui attività contribuisce a migliorare se non a salvare la vita di centinaia di persone. Recentemente hanno festeggiato i 25 anni di vita autonoma della sezione, che affonda le radici nel 1973 quando un gruppo di amici, guidati da Giorgio Anderle, lanciò la proposta di aderire alla sezione di Trento.

Ma si deve arrivare al febbraio 1976 per dare una forma istituzionale ai volontari, con la prima assemblea. Furono 37 allora i volontari che accolsero il seme lanciato e fecero fruttare l’idea che avrebbe portato poi Pergine a vantare oltre 1.500 soci. Un inizio fatto di tanta buona volontà e pochi mezzi: i prelievi venivano effettuati a Trento, presso l’Ospedale S. Chiara, poi presso la Banca del Sangue oppure tramite l’emoteca che arrivava a Pergine. Si deve arrivare al 1988 per poter disporre anche a Pergine del primo Centro sangue che dava la possibilità di raccogliere il sangue di 3 volte alla settimana.

Il costante miglioramento dell’attività e la crescita dei soci porta la sezione a diventare, il 31 ottobre 1991, “Avis Comunale di Pergine” e avviare un cammino di sviluppo che sarebbe stato sempre più consistente, sotto la guida dei diversi presidenti: Arturo Castelli, Bruna Girardi, ancora Giorgio Anderle, Salvatore Spadaro, Luca Paoli e infine, dal 2013 Mauro Fruet.

A fine 2015 l'Avis di Pergine contava 1.503 soci, di cui 1.491 attivi, che hanno contribuito a realizzare un bilancio eccellente: 1.873 donazioni di sangue intero, più altre 74 donazioni di plasmaferesi e 5 donazioni di piastrine. Un risultato che è frutto di un modo di pensare su cui il presidente Fruet in occasione del 25° ha voluto insistere. “Quanto bisogno – ha detto ai presenti – c’è nel nostro mondo di solidarietà, di altruismo, di volontariato attivo e costruttivo creato per il bene di tutti, per contrastare il dilagante malcostume che interessa tutti i settori sia sociale che economico, per combattere gli egoismi di appartenenza, per abbattere i confini ideologici che impediscono la fratellanza dei popoli; quanto bisogno c’è di AVIS, quanto bisogno c’è del vostro volontariato, di voi donatori”.

Un volontariato che si trasforma in una forza straordinaria nel momento in cui si valutano le dimensioni dell’Avis nazionale, con oltre 1.400.000 soci sparsi su tutto il territorio nazionale e distribuiti in 3.113 Avis Comunali. “L'Avis – ricorda ancora il presidente – è apartitica e aconfessionale, non lucrativa, non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione e ideologia politica, persegue finalità di solidarietà umana: garantire un'adeguata disponibilità di sangue e di emocomponenti a tutti i pazienti che ne hanno necessità, attraverso la promozione del dono, la chiamata dei donatori e la raccolta di sangue. L’avisino dona gratuitamente, periodicamente e in modo anonimo e responsabile”.

Sono valori che normalmente toccano soprattutto i giovani. Ed è a loro che il presidente si rivolge, invitandoli ad aderire all'Avis, per contribuire a garantire la disponibilità di sangue non solo nel nostro Trentino che è già autosufficiente, ma anche oltre, nello spirito del dono universale.

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