Da Pasqua a Pentecoste: nei suoi primi cinquanta giorni il nostro nuovo Arcivescovo è uscito presto dai flash dei media locali, sorpresi dalle sue scelte di sobrietà (vedi appartamento e utilitaria). Si è inserito invece dentro quella luce pasquale in cui si propone di comunicare “non altro che il Crocifisso Risorto”, perché “la sua vita, le sue parole, i suoi gesti, la sua umanità sono uno squarcio nelle tenebre di quest’ora della storia”.
E’ il programma essenziale dichiarato in quel radioso pomeriggio del 3 aprile in cui mons. Tisi aveva anche chiesto ai giovani di aiutarlo a “farsi capire dagli adulti”. Forse anche per questo gli è venuta l'idea di cominciare ogni giornata con loro: dal lunedì al venerdì, celebra alle 8 la Messa feriale insieme ad un gruppo di universitari e la loro chitarra nella cappella affacciata sul giardino arcivescovile. Non chiamiamola “Santa Marta” (è dedicata fra l’altro a San Giovanni Battista), perchè l’intento di questa Eucaristia mattutina riservata agli studenti universitari e ai giovani è quello di condividere in semplicità con loro la preghiera e l'ascolto della Parola, prima di immergersi nello studio. Nella breve omelia don Lauro si alterna con il segretario don Mauro, conservando un clima raccolto e amichevole che abbiamo “svelato” soltanto per sottolinearne la portata ecclesiale, pur nella riservatezza.
Oltre a questo segno feriale che indica un’attenzione concreta al complesso mondo giovanile, va evidenziata un’altra strategia “interna” perseguita nell’avvio di quest’episcopato: ogni lunedì mons. Tisi si confronta per l’intero pomeriggio con i suoi stretti collaboratori (gli amici don Marco, vicario generale, don Ferruccio, vicario per il clero e don Alessandro, cancelliere) condividendo con loro scelte e impegni, in un respiro collegiale che una volta al mese si allarga a preti e laici delegati di Curia. E’ in gioco il dovere della comunione e della corresponsabilità che l’Arcivescovo rendenero intende coltivare con tenacia superando i recinti dei singoli orticelli pastorali. Dopo aver seminato da vicario quest’esigenza evangelica nelle oltre trenta Unità pastorali delle periferie, ora mons. Tisi vuole rilanciarla anche nella regia centrale, affidando maggiore responsabilità al Consiglio presbiterale e al Consiglio pastorale diocesano che sarà espresso dopo il rinnovo degli organi parrocchiali previsto in autunno.
Ma nelle prime mosse vanno considerate anche le prime Messe. Tutte celebrate con l’intensità che merita il mistero dell’Eucaristia, dalla quale scaturisce quella carica denominata affettuosamente “ElettroTisi” nella nostra prima copertina.
Senza darne volutamente notizia, don Lauro in questo tempo pasquale è andato a visitare vari luoghi di disagio e sofferenza. Ha aperto ad esempio la Porta Santa giubilare nell’Infermeria del clero, dove gli oltre 40 sacerdoti anziani ci offrono una memoria di servizio, eloquente anche per i 17 seminaristi che – in un’altra ala dello stesso edificio – si preparano al loro ministero. Tre di loro si presentano in Duomo come aspiranti al sacerdozio in questa domenica di Pentecoste; altri due, assieme ad un giovane francescano, diventeranno preti il 18 giugno. E saremo alla vigilia del pontificale per il patrono San Vigilio, durante il quale mons. Tisi probabilmente indicherà nella gioia del Vangelo altre “vie inedite ed inaudite. fatte di compassione, di tenerezza, di misericordia”, come anticipato nel primo saluto del 3 aprile scorso.
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