Anche il cinema può essere una “porta di misericordia” in quest'anno giubilare. Una porta che non conduce a distogliere lo sguardo dalla realtà attraverso la meraviglia finta degli effetti speciali, ma al contrario a riaccendere occhi ed orecchi per sentire ciò che scorre sotto la superficie visibile delle cose.
In una società lacerata e intrappolata da ferite emotive e relazionali profonde, riaprirsi all'ascolto è un primo passo per ritrovare la via di ciò che anima la vita e dà senso all'umano.
Il cinema offre figure e storie, a volte reali a volte create, che raccontano l'attesa e la ricerca di questo risveglio. Ma il cinema può diventare un vero laboratorio per imparare a cogliere la risonanza tra il vissuto personale e quello rappresentato; per riconoscere le ombre e le luci che ci appartengono e ci imprigionano oppure ci aprono a una relazione vitale, con noi stessi, con gli altri, con il mondo creato. E in questo intreccio di relazioni, riscoprire in modo personale che esse hanno una sorgente e che misericordia è togliere gli ostacoli perché l'acqua scorra liberamente in esse.
È quanto si propone di fare il laboratorio Risvegli al Teatro Concordia di Povo attraverso la visione di due film e l'esplorazione del loro territorio nascosto: Marie Heurtin – dal buio alla luce (2014) del francese Jean-Pierre Améris, sabato 14 maggio alle 20.30, e Ritorno alla vita (2015) del tedesco Wim Wenders, domenica 22 maggio alle 17.00
L'invito al laboratorio d'ascolto, guidato da Mariangela Brunet, è rivolto in particolare alle comunità del Decanato di Povo e di Trento, ma è aperto a chiunque sia interessato all'umano.
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