Il ciclo “Le emozioni e gli altri” è stato promosso dall’Ufficio diocesano cultura e università

L’edizione 2016 della Cattedra del Confronto si è conclusa con l’incontro dedicato allo “Stupore”, terzo appuntamento previsto dal ciclo “Le emozioni e gli altri” promosso dall’Ufficio diocesano cultura e università, svoltosi lunedì 18 aprile nella sala della Cooperazione a Trento davanti ad un folto pubblico.

"Passata la paura, superata la rabbia, approdiamo allo stupore”, ha esordito don Andrea Decarli evidenziando il passaggio da una riflessione all'altra.

Allo stupore viene associata solitamente un'immagine positiva e a prima vista appare come un'emozione rara: "non mi stupisco più di niente" è un'affermazione che può essere riferita sia alle belle esperienze – che non sono mai abbastanza per stupirci – sia a quelle tragiche.

Cosa ci vuole per meravigliarci? Lo stupore non è legato solo allo straordinario, ma anche all'ordinario. A volte il quotidiano si strappa e mostra un volto nuovo e in quel momento ciò che ci era familiare ci viene ridonato acquistando un altro senso.

Quali effetti ha lo stupore? Ci blocca nella passività di una meraviglia contemplativa o ci interpella profondamente avviando una ricerca che diventa poi azione?

Lo stupore non può essere programmato, ma possiamo educarci ad una maggiore attenzione a cogliere ciò che vale, il bene, il positivo?

Le azioni e le parole di Gesù generano spesso una reazione di stupore e questa emozione è stata associata al divino, ma Gesù stupisce non solo per i miracoli, anche per la croce.

Sul tema si sono confrontati il filosofo Silvano Petrosino e la direttrice di Religion Today Festival Katia Malatesta.

Il dialogo con il pubblico è stato preceduto da “Caos by Klaus”, un breve video con le fotografie realizzate da Klaus Haagen, capace di trasformare un rifiuto come una bottiglia di plastica in oggetto artistico che suscita meraviglia.