“Una grande emozione, devo dire la verità. Dentro la cattedrale si respirava un’atmosfera di partecipazione molto forte”. Paolo Collini, rettore dell’Università di Trento da poco più di un anno (1 aprile 2015), commenta a caldo, seduto al caffè sotto i portici di piazza Duomo, la celebrazione appena conclusa. Che rapporto ci sarà, gli chiediamo, tra l’Università e la chiesa trentina? “Condividiamo oggetto (perché ci occupiamo molto di giovani), interesse (perché ci occupiamo di cultura, di sapere) e anche visione: un’idea di apertura sul mondo, che l’arcivescovo Bressan ci lascia in eredità. La scelta del nuovo vescovo Tisi di incontrare per primi i giovani e di farsi accompagnare da loro è rimarchevole. Credo che potremo fare molte cose assieme. Il Vigilianum (il polo archivistico e culturale fortemente voluto da Bressan e di recente inaugurazione, ndr) è una cosa straordinariamente bella, con dei fondi storici meravigliosi, e siamo molto ingolositi dalla possibilità per i nostri studiosi e per i nostri studenti di potervi attingere, ora che sono molto più disponibili”.
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