Tra ciclocross e mtb, un'altra stagione in sella per Cipriano Gottardi, sessantacinquenne portacolori del club ciclistico “Forti e veloci”, lanciato verso le 50 stagioni agonistiche]
[“Tanti giovani prima della gara mi chiedono un selfie. Poi durante il percorso quando mi stanno per superare mi chiamano amichevolmente “Cipri”…”
È in sella da una vita, su percorsi non proprio agevoli: quelli del ciclocross. E qualcosa il fisico “sente” per i 65 anni di età, compiuti lo scorso 10 marzo, ma quando cavalca la sua “Rebellato”, bici acquistata 10 anni fa o per il mountain bike spinge un “Battaglin” che di anni invece ne ha 25, Cipriano Gottardi, atleta Elite del club ciclistico “Forti e Veloci Trento”, vuole comunque arrivare sempre al traguardo.
Molti degli avversari potrebbero essere suoi nipoti. Ma lui non ci bada e continua a divertirsi mostrando fisicità, grinta, sofferenza e soprattutto cuore. Sono virtù che, da sempre, appartengono al ciclista di Ravina.
Quest’anno ha terminato la stagione agonistica il 16 marzo, a Ghisalba, nel Bergamasco, in una gara di mtb. Sì, perché quando il ciclocross va in letargo lui continua nel mountain bike, perché deve arrivare ad un certo numero di presenze. Da ottobre a marzo ha corso 20 gare. Tre volte è salito sul podio nel ciclocross con il secondo posto a Lammarì (Lucca) e due terzi a Pieve di Presciano (Arezzo) ed a Silandro. Ai piedi del podio è giunto in tre circostanze nel mtb: a Calusco d’Adda, Salza e Ghisalba, sempre nel Bergamasco.
Ha iniziato a gareggiare, nel 1968, nella categoria allievi. Ha esordito a luglio, a Bolzano, ed ha gareggiato su strada per una decina d’anni, alcuni anche con il coetaneo Francesco Moser. Ha colto una sola affermazione, per distacco, tra i dilettanti, a Canitello di Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Poi ha gareggiato, quasi sempre, nel ciclocross dove ha vinto otto volte; inoltre in due circostanze ha primeggiato anche nel mountain bike.
Cipriano com’è il suo approccio alle gare?
Mi alleno su strada per tre volte in settimana perché ormai il ciclocross si è velocizzato. Poi la domenica parto sulla mia Ford Escort del 1993 con qualsiasi tempo verso la destinazione scelta, molte volte accompagnato da mia moglie Loredana e qualche volta anche da nostra figlia Silvia.
Ormai ci sono sedi di corsa alle quali lei è già molto noto…
Sì, ad esempio a Lurago d’Erba (Como) sono già 20 volte che partecipo. Ma anche a Sulmona (L’Aquila) e Pieve di Presciano (Arezzo), le partecipazioni sono almeno un'altra decina.
L’organizzazione riconosce il suo impegno e la sua lunga provenienza?
Quasi sempre lo riconosce. Quest’anno, a gennaio, sono stato premiato per l’assiduità dall’amministrazione comunale di Lammarì (Lucca). Anche i giornali veneti, lombardi e toscani mi dedicano spazio e questo mi fa enorme piacere.
Quante gare ha fatto e quante volte si è ritirato?
In totale ho superato le 1.070 gare e mi sono ritirato una decina di volte.
E i giovani cosa dicono nel gareggiare con “nonno” Cipri”?
Tanti di loro prima della gara mi chiedono un selfie e durante il percorso quando mi stanno per superare mi chiamano amichevolmente “Cipri” e allora, io mi sposto sulla destra.
Ha gareggiato a fianco di campioni come Longo, Di Tano, De Vlaeminck e tanti altri. Com’è cambiato il modo di correre nel ciclocross?
Tantissimo, ormai il ciclocross assomiglia parecchio alla strada. È veloce e sul percorso c’è solo qualche rampa o degli ostacoli di 20-30 centimetri. La differenza la fa solo il tempo; gareggiare con pioggia o neve significa trovare parecchio fango. Una volta invece la corsa era più tecnica, con il salto di qualche fosso, ostacoli di una certa altezza, scale sia in salita sia in discesa: insomma più volte dovevi scendere di bicicletta e credo che anche per il pubblico che assisteva quello era uno spettacolo migliore.
Due anni fa, a Levico, ha avuto la grossa soddisfazione di gareggiare nel campionato italiano a cronometro professionisti.
Indipendentemente dal risultato, è stato un bel rapportarsi con i primi della classe.
Quando lascerà questo impegno sportivo agonistico?
L’obiettivo che mi sono dato è quello delle 50 stagioni in competizione ed a questo traguardo – inverno 20148 – mancano soltanto due anni…
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